Olimpiadi

Giochi olimpici, il rinvio non è più un tabù

A Tokyo si comincia a lavorare all'ipotesi di uno spostamento delle gare. 'Più si tarderà a prendere una decisione, più ci sarâ del lavoro da fare'

22 marzo 2020
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Mentre sul cielo sopra Tokyo le nubi si fanno sempre più dense, la parola rinvio, riferita alle Olimpiadi che dovrebbero scattare il 24 luglio, non è più tabù. Secondo diverse fonti interpellate dall'agenzia Reuters, infatti, confrontato con la pandemia il Comitato organizzatore dei Giochi nipponici ha cominciato a lavorare con discrezione a diversi scenari, nel caso in cui venisse rinviata sul serio la trentaduesima edizione di quello che è l'appuntamento più atteso dal mondo dello sport. Mossa che, però, stride con la linea adottata dal Governo giapponese, che continua a ribadire che a Tokyo si gareggerà. «Ci è stato chiesto di effettuare una simulazione, nel caso in cui la manifestazione dosse saltare - dice una fonte anonima all'agenzia -. Stiamo elaborando piani alternativi, esaminando diverse scadenze per il rinvio». Per calcolare, ad esempio, quali potrebbero essere i costi per uno slittamento dell'evento, ma si terrà pure conto di una riduzione della competizione oppure lo svolgimento delle gare senza spettatori.

Allo studio, però, c'è pure l'ipotesi di un rinvio di un anno, o due, dell'evento. Anche se nel Comitato organizzatore c'è chi spera che i Giochi possano svolgersi comunque, un mese o un mese dopo le date previste (24 luglio-9 agosto). «Più si tarderà a prendere una decisione, più ci sarà del lavoro preparatorio da fare», conclude la fonte.

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