Delusione e sconcerto per la decisione del Cio. È definita come inevitabile, ma che 'costringe Tokyo a tornare al punto di partenza' con ulteriori costi
I media giapponesi hanno reagito con delusione al rinvio di un anno dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ma esprimono sollievo per il fatto che i Giochi non siano stati semplicemente cancellati di fronte alla pandemia di coronavirus.
Questo rinvio, senza precedenti in tempo di pace, è stato deciso martedì dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) in consultazione con le autorità giapponesi, dopo un'intensa pressione da parte di atleti e corpi sportivi di tutto il mondo. Lo shock e la delusione sono stati palpabili in Giappone, dove l'evento è stato pubblicizzato dal governo come "Giochi di ricostruzione" dopo il terremoto del 2011, lo tsunami e il disastro nucleare.
Il Giappone ha sicuramente evitato lo scenario peggiore, quello della cancellazione. Ma "è come se tornassimo al punto di partenza dopo tutti gli sforzi degli ultimi sette anni", ha scritto il quotidiano Nikkei, riferendosi a "sostanziali spese aggiuntive" che ora sembrano "inevitabili".
"Sorpresa e imbarazzo", titolava il quotidiano Tokyo Shimbun, riconoscendo tuttavia che il contesto globale aveva lasciato agli organizzatori poca scelta. "La decisione di posticipare i Giochi di un anno è stata presa per eliminazione", analizza il giornale, affermando che organizzare l'evento quest'anno sarebbe stato troppo rischioso e che un rinvio più lungo al 2022 sarebbe stato sicuramente troppo costoso.
Il quotidiano ha inoltre deplorato il modo in cui il Cio ha gestito la crisi, ripetendo per settimane che i Giochi potrebbero iniziare come previsto il 24 luglio, prima di voltarsi. Le autorità olimpiche non "hanno mostrato le forti qualità di leadership che speravamo", secondo il Tokyo Shimbun.