In una settimana Sabina Rapelli ha partecipato ai mondiali di Swimrun a coppie (chiudendo quarta) e individuali
Già completare la gara regina del circuito Swimrun Ötillö, i Mondiali in Svezia (65 km a corsa e 10 a nuoto attraverso 24 isole) non è impresa da tutti. Concluderla ai piedi del podio al secondo anno di carriera, è un risultato straordinario, tanto che la ticinese Sabina Rapelli (in coppia con il francese Alexis Charrier) ha conquistato un eccellente quarto posto, agguantato in recupero: «Il nostro obiettivo era entrare fra i primi dieci – ci racconta Sabina Rapelli –. Ci siamo trovati presto in sesta posizione, poi siamo risaliti fino al quarto posto, non lontanissimi dai terzi che erano a una quindicina di minuti davanti a noi. Verso metà gara, però, non mi sono sentita molto bene, quindi abbiamo perso qualche minuto. La rimonta sarebbe comunque stata molto difficile. Dunque non abbiamo nessun rimpianto, in quanto abbiamo ottenuto un risultato inatteso. Grazie in particolare a una buona partenza nella parte anteriore del gruppo, ciò che ci ha permesso di trovare il percorso più libero».
La concorrenza era di tutto rispetto e la prova per nulla semplice: «Io ho ancora poca esperienza, essendo solo al secondo anno in questa disciplina, mentre le altre squadre sono composte da ex atleti di altissimo livello o da coloro che praticano questo sport dai suoi inizi e hanno pertanto acquisito più abilità. Oltretutto, a causa delle condizioni atmosferiche non ideali, il mare era mosso e i sentieri molto scivolosi».
Dopo la partecipazione al Mondiale l’anno scorso, «nel 2019 ho disputato diverse gare, grazie alle quali ora mi sento molto più a mio agio su questi terreni. Ho inoltre svolto allenamenti più mirati, lasciando un po’ stare la bicicletta e il triathlon; cercando di prepararmi su percorsi simili a quello di gara e variarli il più possibile. Tutto ciò mi ha permesso di migliorare parecchio. Inoltre gareggiando con un uomo anziché una donna, ho ‘tirato’ meno e sono rimasta spesso dietro di lui, il che mi ha dato più forza e motivazione. Anche la strategia di gara si è rivelata essere più efficace: la prima volta, infatti, ero rimasta imbrigliata nelle retrovie del gruppo».
Come detto, Sabina ha aumentato notevolmente il numero di gare a cui ha partecipato: «Abbiamo deciso di prendere parte a più competizioni possibile, in modo da avere un ranking migliore. Al momento siamo secondi delle coppie miste, anche grazie alla qualificazione per i mondiali, ottenuta a giugno in Inghilterra».
Per non lasciarsi mancare nulla, l’atleta di Stabio lo scorso weekend ha corso l’Aquaticrunner, mondiale individuale di swimrun: oltre 6 km a nuoto e 26 a corsa tra Grado e Lignano Sabbiadoro. «Ci sono andata per rifarmi dalla stagione precedente, quando avevo dovuto rinunciarvi a causa di problemi fisici. Questa volta grazie all’ottimo stato d’allenamento attuale, non ho avuto problemi. Sono arrivata ottava fra le donne, ma prima nella mia categoria d’età: una bella soddisfazione, visto che era una gara su un percorso particolare. Ci sono andata per piacere e per allargare il mio bagaglio di corse. Pur mirando chiaramente a un buon risultato, non mi aspettavo di certo di ottenere una delle mie migliori prestazioni assolute, poiché il recupero dopo questo genere di sforzi è sempre lunghissimo. Forse se mi fossi preparata appositamente, sarebbe andata diversamente». Dopo una prima stagione di apprendistato e una seconda di consolidamento, sembra essere soltanto una questione di tempo, prima che per Sabina Rapelli arrivi la consacrazione mondiale.
Quando si partecipa a competizioni impegnative, «si fanno frequentemente nuove amicizie, per quanto si corra da avversari. Io, ad esempio, ho ricevuto parecchi aiuti nel mio percorso di miglioramento. Inoltre c’è parecchia condivisione delle proprie esperienze. Ci sono infatti diverse ragazze con le quali ho potuto correre, che mi hanno consigliata, aiutata e corretta. Sono anche andata ad allenarmi in gruppo in Svezia».Quando si partecipa a competizioni impegnative, «si fanno frequentemente nuove amicizie, per quanto si corra da avversari. Io, ad esempio, ho ricevuto parecchi aiuti nel mio percorso di miglioramento. Inoltre c’è parecchia condivisione delle proprie esperienze. Ci sono infatti diverse ragazze con le quali ho potuto correre, che mi hanno consigliata, aiutata e corretta. Sono anche andata ad allenarmi in gruppo in Svezia»
Fondamentale, per questo genere di disciplina, è la passione: «Partecipare alle gare Ötillö richiede un importante investimento di tempo, quindi è necessario andarci con piacere».Sabina Rapelli è una delle pochissime presenze rossocrociate dello Swimrun: «La parte del leone la fanno scandinavi, francesi e spagnoli. Personalmente conosco un’altra svizzera, che però vive in Svezia da diversi anni e che ai miei inizi mi ha aiutata a integrarmi nel gruppo. Mentre altri elvetici lo praticano, senza particolari ambizioni».
Gli atleti di Swimrun non sono professionisti e devono quindi riuscire a combinare competizione e lavoro: «Lunedì 2 settembre ho disputato i Mondiali nella categoria mista in Svezia e il giorno dopo ero a fare lezione a scuola. Ho potuto essere assente il primo giorno dell’anno scolastico, grazie a un congedo che permette di prendere parte a eventi sportivi. Dopo la gara non ho nemmeno dormito: la sera ho preso il traghetto e la notte il volo per tornare in Svizzera».La partecipazione alle varie gare è impegnativa anche in termini di spostamenti, visto che sono sparse per l’Europa: «La stagione non è finita e abbiamo in programma ancora tre gare: in Francia, Germania e a Malta. Sono competizioni che permettono di ottenere la qualificazione già per i prossimi mondiali, per i quali è importante prepararsi scegliendo le tappe giuste. E chissà che alla prossima edizione dell’Ötillö in Svezia, non riusciremo a salire un altro gradino…». V. B.