Oggi su laRegione: il braccio di ferro tra Zali e la nostra testata (continua), la storia di Khaleda e sua figlia
Partiamo dalla politica cantonale. In Ticino si creano più imprese ma gli impieghi arrancano. Questo è quanto emerge dalla Statistica federale Udemo. Evaristo Roncelli, di Avanti, interroga il Consiglio di Stato.
Sedici. Come sedici sono le pagine con cui il consigliere di Stato Claudio Zali chiede il bavaglio alla ‘Regione’. Fallito il tentativo di conciliazione con la nostra testata, il ministro ha inoltrato alla Pretura di Bellinzona la causa di merito. Ribadendo, nella petizione, le richieste. E cioè: che venga accertata l’illiceità degli articoli pubblicati; che il nostro giornale venga condannato a rimuovere i suddetti articoli dal sito online; che alla ‘Regione’ venga vietato di riferire, sia su carta sia online, del dibattimento in Pretura. Oramai siamo giunti a un vero e proprio braccio di ferro.
Intanto, Bodio e Giornico vanno verso la rinuncia al Polo di sviluppo economico. I due Municipi infatti temono i rischi di una mono-cultura industriale: ‘Meglio diversificare, ma deciderà il nuovo Comune’. Bellotti lascia, Imelli si candida.
Da Bellinzona passiamo alla Valle Verzasca, dove abbiamo incontrato Khaleda, la 35enne afghana che grazie alla decisione del Taf (che ha sconfessato la Sem) potrà rimanere in Ticino con la sua bimba. Per la donna e la piccola si era battuta l’intera comunità.
Terminiamo con il commento, a firma di Giuseppe D’Amato, che si occupa del rapporto tra Putin ed Erdogan: amici oggi, nemici domani (e viceversa).