Statistica federale Udemo, bene per l’installazione di nuove aziende. Meno per la creazione di posti di lavoro. Roncelli (Avanti) interroga il governo
Una sfida legata soprattutto alle microimprese, un Canton Ticino che presenta “dati anomali per la cessazione e la creazione di imprese” e che “risulta una regione molto dinamica per la creazione e la sopravvivenza d’imprese, ma poco dinamica per la creazione di posti d’impiego”. È questo, in estrema sintesi, ciò che il granconsigliere di Avanti con Ticino&Lavoro Evaristo Roncelli ritiene dai nuovi dati della Statistica demografica delle imprese federale (Udemo) pubblicata negli scorsi giorni. E scatta subito l’interrogazione al Consiglio di Stato, cofirmata anche dai suoi compagni di partito Amalia Mirante e Giovanni Albertini, perché questi dati “mettono in evidenza alcune dinamiche significative per l’economia del Canton Ticino”.
Nel 2022, anno cui si riferisce la statistica Udemo, il Ticino “ha registrato un alto tasso di creazione di imprese ‘ex nihilo’ (dal nulla, ndr), risultando al primo posto in Svizzera, ma anche un primato nelle cessazioni definitive di attività”, ricorda e sottolinea Roncelli. Aggiungendo che “parallelamente il nostro Cantone si distingue come terza regione nazionale per imprese a forte crescita, pur mostrando una bassa crescita del numero complessivo di impieghi”. Soprattutto considerando questo fattore, Roncelli descrive quella di Udemo come “una fotografia in chiaroscuro” che, si diceva, “spinge a porre alcune domande di approfondimento per chiarire le dinamiche che caratterizzano il tessuto economico ticinese”. In particolare, “risulta rilevante capire quali aziende effettivamente chiudono, quali aprono, la nazionalità dei creatori d’impresa e degli occupati nonché l’evoluzione dei salari nelle rispettive tipologie d’impresa”.
E quindi, ecco le domande al governo. Partendo dalla situazione in Canton Ticino, perché “in Svizzera il 55,3% delle imprese ha un solo impiego e queste realtà presentano un tasso di sopravvivenza basso (48,3% dopo cinque anni). In Ticino, la situazione è allineata a questa media? Quali misure adotta il Consiglio di Stato per sostenere questo tipo di imprese?”, chiede Roncelli. Che, per il capitolo cessazioni d’imprese, insiste: “Il Ticino registra il tasso più alto di cessazioni definitive a livello svizzero. Come spiega il Consiglio di Stato questa differenza rispetto ad altre regioni? Vi sono dinamiche differenti fra i vari settori economici?”. Passando invece alla creazione di nuove imprese, anche in questo ambito il nostro Cantone ha un record: quello della regione “col tasso più elevato” di nuove imprese che vengono su dal nulla, e il granconsigliere di Avanti con Ticino&Lavoro chiede “quali fattori contribuiscono a questa dinamica” e se “vi sono dinamiche differenti fra i vari settori economici”. La domanda seguente vien da sé: “Il Consiglio di Stato dispone di informazioni sulla nazionalità e sul tipo di permesso dei creatori delle imprese che cessano definitivamente l’attività e di quelle create dal nulla? Anche in questo caso, vi sono dinamiche differenti fra i vari settori economici?”.
Per quanto concerne invece le imprese a forte crescita e occupazione, rimarca Roncelli, “il Ticino è la terza regione”. Ma, appunto perché quella di Udemo è una fotografia in chiaroscuro, “è solo sedicesimo per tasso di crescita occupazionale. Come interpreta il Consiglio di Stato questa discrepanza?”. Sempre rimanendo in tema, l’interrogazione si concentra anche sull’evoluzione degli occupati. “Tra il 2013 e il 2023 – si legge nel testo – gli occupati svizzeri e domiciliati sono diminuiti di 2’582 unità, mentre dimoranti, frontalieri e temporanei sono aumentati di 21’277. Il Consiglio di Stato dispone di dati sulla ripartizione di queste categorie nelle imprese che hanno cessato definitivamente l’attività e nelle nuove imprese create?”. Di rimpallo, poi, si passa ai salari: “Esistono dati sulla distribuzione dei salari nelle imprese che hanno cessato definitivamente l’attività e nelle nuove imprese create?”.