Il presidente della Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino spiega l'impegno della SSIC nel contrastare mala-edilizia e sottocosto
In seguito alla recente notizia riguardante il rinvio a giudizio di due dirigenti italiani di un’impresa di costruzione attiva in Ticino con le pesanti accuse di inganno nei confronti delle autorità e di usura verso i propri 18 dipendenti, il sindacato Unia non ha trovato di meglio da fare che accusare pubblicamente la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino (SSIC TI) ritenendola responsabile di quello che loro definiscono come un generale degrado del mercato del lavoro. Chiamati in causa, desideriamo chiarire la posizione della SSIC TI ed elencare alcune delle azioni intraprese negli anni per lottare contro la mala-edilizia e il sottocosto.
· La SSIC TI è da sempre in prima linea nella lotta contro il sottocosto e la mala-edilizia: sono proprio le imprese serie (per intenderci quelle che rispettano tutte le leggi vigenti nel nostro Paese, il Contratto collettivo di lavoro e pagano puntualmente salari e onere sociali) a subire le conseguenze della concorrenza sleale che “ruba” i lavori solo grazie a prezzi nettamente più bassi con ripercussioni deleterie su lavoratori, fornitori, committenti e Stato.
· La nostra associazione di categoria accetta tra i propri affiliati soltanto ditte che dimostrano di essere corrette nello svolgimento della loro attività imprenditoriale. Alle nuove aziende, proprio per valutarne l’operato, viene infatti chiesto un periodo minimo di attività di 2 anni e l’iscrizione all’Albo delle imprese. La ditta citata da Unia non ha mai fatto parte della SSIC TI e non avrebbe mai avuto i requisiti per farlo.
· È grazie alla SSIC TI che, dopo un intenso lavoro di sensibilizzazione di committenti e progettisti, si è riusciti a far sì che gli appalti pubblici e privati non vengano assegnati sistematicamente all’offerta più bassa, bensì a quella che presenta il miglior rapporto tra prezzo e qualità dell’offerta (premiare il miglior offerente e non il minor offerente). In altre parole il prezzo non deve essere stracciato, ma essere attendibile. Se usato bene, il criterio dell’attendibilità del prezzo permette di escludere dall’aggiudicazione le offerte palesemente sottocosto. Questo modus operandi sta per essere ripreso a livello nazionale nell'ambito della revisione totale della Legge federale sugli appalti pubblici in modo da poter applicare il valido principio della plausibilità del prezzo anche ai grandi committenti della Confederazione (FFS, USTRA, ecc.).
· Da alcuni anni la SSIC TI mette a disposizione di tutti una App per la segnalazione di cantieri sospetti favorendo così il controllo sul territorio 24 ore su 24, 7 giorni su 7 in quelle che potrebbero essere situazioni di abuso (lavoro nero, lavoro fuori orario, al sabato, durante i giorni festivi, manodopera non notificata, ditte non autorizzate ad operare, ecc.)
· Per sensibilizzare anche i committenti privati a far capo a ditte locali e a diffidare da offerte palesemente basse, è stato promosso uno spot televisivo (forse ricorderete l’uomo che innaffiava il giardino del vicino trascurando il proprio…).
· La SSIC Sezione Ticino scrive da quasi 10 anni una lettera a tutti coloro che ottengono una licenza di costruzione sul territorio cantonale ricordando alcuni aspetti importanti da osservare per evitare di incappare in brutte sorprese durante i lavori, e fra questi consigli vi è pure il chiaro appello alla serietà professionale della ditta alla quale si intendono affidare i lavori.
· Nel 2017 la SSIC Ticino ha accettato di introdurre nel Contratto collettivo di lavoro cantonale alcuni aspetti puntuali proprio per lottare contro il precariato e la mala-edilizia (limitazione al 20% di presenza di interinali sui cantieri, concessione dell’assunzione a tempo parziale solo dopo attento esame della CPC, impedimento delle assunzioni con effetto sostitutivo per i lavoratori ultracinquantenni, ecc.).
· La richiesta di maggiore flessibilità della SSIC TI, denunciata a sproposito da Unia e ingiustamente strumentalizzata nell’articolo citato in entrata, non ha nulla a che vedere con il sottocosto. Una maggiore flessibilità permette semplicemente alle imprese di soddisfare meglio le sempre più elevate e pressanti esigenze dei committenti, soprattutto quelli pubblici e principalmente per cantieri che riguardano le vie di traffico. Tutto questo garantendo ai lavoratori un monte ore annuo minimo e pagando adeguatamente ogni ora supplementare prestata dai dipendenti.
Abbiamo un apparato legislativo importante, regole e normative sufficienti, istituzioni di controllo adeguate per condizioni quadro ideali atte a garantire un settore che possa lavorare nel rispetto della concorrenza e in piena efficienza. La nostra associazione vi ha contribuito in modo sostanziale. Il ruolo del poliziotto non spetta a noi, anche se nemmeno un controllore per ogni lavoratore riuscirebbe ad evitare qualsiasi potenzialità di abuso. Concludo affermando con convinzione che se vogliamo fare un passo avanti contro la concorrenza sleale serve la collaborazione di tutti gli attori del settore: committenti, progettisti, organi di controllo, associazioni economiche, sindacati, imprese e lavoratori. Smarcarsi non serve a nulla; ma forse per Unia è più comodo dare la colpa di ogni male alla SSIC TI.