Il direttore Nicola Bagnovini assicura l'impegno del settore a lottare contro la concorrenza sleale e si dice sorpreso delle accuse del sindacato
"Ssic, se ci sei batti un colpo…": Unia intitola così l'ultimo paragrafo del lungo testo nel quale prende posizione sul caso di usura riguardante la ditta Elia Costruzioni Sa. Nell’ultimo rinnovo contrattuale cantonale firmato a metà gennaio 2019, ricorda il sindacato, la Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino (Ssic-Ti) "ha richiesto con vigore maggiore flessibilità del lavoro e un taglio dei salari degli apprendisti muratori ma non ha proposto nessuna misura concreta per combattere la guerra dei prezzi in atto nel settore”. Unia accusa la società degli impresari di un silenzio assordante su questo fronte e le rivolge le seguenti domande: La Sssic-Ti sarà in grado di proporre misure concrete, radicali per combattere questi fenomeni? Oppure continuerà a far pesare sulle spalle degli operai edili il recupero della guerra dei prezzi in atto fra i suoi membri?
Chiediamo risposta direttamente al direttore della Ssic-Ti Nicola Bagnovini, che da noi contattato si dice sorpreso di vedersi puntare il dito contro da Unia, sindacato con il quale la società collabora nell'ambito delle commissioni paritetiche. "Ritengo che la corsa al ribasso nell'aggiudicazione delle offerte sia uno degli aspetti scatenanti della mala-edilizia – spiega Bagnovini – ed è per questo che la Ssic-Ticino si è fatta promotrice da anni (anche se il sindacato Unia sembra non esserne a conoscenza!) affinché gli appalti pubblici e privati non vengano assegnati soltanto valutando il fattore prezzo".
I risultati ottenuti dalla Ssic-Ti a livello di appalti, continua il direttore, sono stati importanti: "il criterio del prezzo non può avere un peso superiore al 50% dell'insieme dei criteri di aggiudicazione e viene introdotta sistematicamente l'attendibilità del prezzo al fine di escludere dal concorso le offerte palesemente basse". Una proposta che, aggiunge, è stata pure ripresa a livello nazionale nell'ambito della revisione totale della Legge federale sugli appalti pubblici in modo da applicare tale principio anche ai grandi committenti della Confederazione (Ffs, Ustra, ecc.). Bagnovini sottolinea a tal proposito che nel 2018 quasi la metà degli appalti pubblici in Ticino non è stata deliberata al minor offerente.
"I casi di usura nel mondo del lavoro vanno puniti severamente perché danneggiano tutti, in primis le imprese serie che rispettano le regole", continua il direttore facendo notare che fortunatamente “e contrariamente a quanto vuol far credere Unia”, le ditte che rispettano le regole sono pur sempre la maggior parte di quelle presenti sul territorio. Per lottare contro la concorrenza sleale, conclude infine Bagnovini, serve la collaborazione di tutti, ovvero committenti, progettisti, associazioni economiche e sindacati. E aggiunge: "Le Commissioni paritetiche, delle quali fanno parte anche i sindacati, ci sono e hanno i mezzi per controllare i casi sospetti e agire di conseguenza. Ma forse per Unia è più comodo dare la colpa di tutto alla Ssic-Ti".