Il Natale è diventato una festa per lo più consumistica, ma se vogliamo valorizzare i legami, facciamo sentire l’altro speciale, unico e importante
Un altro Natale fra restrizioni, viaggi rimandati e una quiete imposta più che ricercata. Le città brillano di decorazioni, una su tutte l’albero di Natale, tanti balconi sono abbelliti da luci, quasi si volesse che tutto fosse come prima. È una normalità artificiale, basta leggere il bollettino Covid dei nuovi malati, ogni giorno da record, o ricordarsi che pranzi e cenoni sono ormai solo per pochi intimi, per dirsi che purtroppo no: il Covid ci rovina ancora le feste e per il 2022 non varrà il motto ‘Anno nuovo vita nuova’, perché Omicron ci accompagnerà ancora per mesi. La sfida è non lasciarsi attapirare, travolgere da una pandemia che sembra non finire mai, apprezzando ciò che funziona – che non è poco in Svizzera – tenendo la mente salda su piccoli gesti quotidiani che ci nutrono. Cambiare punto di vista, aprirsi a nuove salutari prospettive può aiutare a relativizzare i propri drammi. Abbiamo fatto dunque un viaggio virtuale ai quattro angoli del mondo, dall’innevata Montréal alle paradisiache isole Fiji, per visitare sei ticinesi, che vivono altrove. Alicia dal suo ‘quartieraccio’ a Santiago di Cali in Colombia spiega che festeggiare il Natale in una ‘baraccopoli’, significa celebrare la vita. Un atto di resilienza per non soccombere alla quotidiana disperazione. Stefano da Melbourne descrive l’incubo di un confinamento draconiano durato due anni in Australia. Nessuno o quasi poteva lasciare l’isola. Spiaggia, cricket e barbecue sono gli ingredienti del suo Natale. Sulle montagne andine della Bolivia, troviamo Marilena, le sue lunghe giornate le spende coi ragazzi di strada, il suo obiettivo è strapparli da una vita di miseria. Anche qui il Natale è gioia in una vita di ombre, tra una ritualità intima rivolta alla ‘Pachamama’ e una bibbia sul comodino. Diana ci porta in Kenya tra colori sgargianti, traffico caotico e cenoni speziati; Francesco ci saluta da una Montréal avvolta nella neve, dove nei quartieri si fa a gara per addobbare le case. Infine, Alessandro che vive nel paradiso dei coralli alle Fiji. Per lui, il vero dono è la visita di sua madre, che non abbraccia da tempo, perché le frontiere sono rimaste chiuse parecchio.
A Natale si festeggiano i legami, la vita e i suoi misteri, come la nascita di Cristo. Papa Francesco esorta i fedeli a ritrovare il senso cristiano delle festività, anziché lamentarci facciamo un gesto, anche piccolo, ma concreto nei confronti di chi ha più bisogno. Vale per credenti e non. Assaporare l’atto di donare senza aspettarsi nulla in cambio. Anche il pacchetto sotto l’albero dovrebbe essere qualcosa che unisce, comunica affetto e celebra il legame tra due esseri umani. I regali più belli, non sono necessariamente quelli più costosi, ma spesso quelli più umili, costati in termini di tempo. Quando li scarti avverti che è stato pensato per te, solo per te.
Il dono ha un valore universale. Puoi donare il tuo tempo facendo volontariato, puoi donare un sorriso, qualcosa che hai creato con le tue mani, un’esperienza o anche una lettera! Ne ho ricevuta una speciale da mia nipote, che celebrava la nostra amicizia, è uno dei regali che più mi ha commossa negli ultimi anni. Purtroppo il Natale è diventato una festa per lo più consumistica, ma se vogliamo valorizzare i legami, facciamo sentire l’altro speciale, unico.