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Consuntivi: tendaggi e ombre

Sotto le elezioni è cosa buona e giusta fare le pulci all’operato di sindaco, municipali e consiglieri. Tra le loro iniziative lodevoli del 2023 ce n’è una – finalmente – destinata ai giovani, che costerà gli occhi della testa: i campi sportivi della Stampa, sei o sette. Per il progetto definitivo (torri di Cornaredo!) ho comunque firmato il doveroso referendum. Tra le meno lodevoli c’è l’incomunicabilità tra autorità esecutive e giovani molinari che va imputata più alle prime che ai secondi. Salto di palo in frasca e vado a dare un’occhiata ai principali “parchi”. Il Parco Ciani, fiore all’occhiello della città (e pensare che ce lo vendette l’erede dei fratelli Ciani, Antonio Gabrini, per un piatto di lenticchie) si presenta malmesso, con una tendaccia che nasconde la quasi totalità della villa palladiana: una vergogna; i consiglieri assicurano che si sta mettendo mano rapidamente a un cantiere… radicalmente sotterraneo. All’erta stiamo! In superficie, un po’ più a lago, spunta periodicamente un tendone oncologico-equino che deturpa gran parte del prato antistante alla villa e che – dio ce ne scampi! – non si fermerà lì, ma si allungherà fino a contenere i nuovi settori dell’Intelligenza Artificiale e della Cyber Money. Ma si doveva collocarla proprio lì? Chi l’ha ordinato il dottore? L’altro parco cittadino – è assai più piccolo, poiché quando ancora era “sotto Pregassona”, fu in parte privatizzato o servì a costruirvi municipio, scuole e campetti vari. Si chiama Parco [del] Viarni; ma nessuno lo chiama così. La Città fatica a comprarlo in toto; manca in effetti una fettina a est ancora di proprietà privata (bloccata); però su tutto il “parco” sono già stati indetti – a cavallo degli ultimi due secoli – due concorsi di idee già premiati e assegnati. La fetta a est di cui si diceva è attigua alla cantonale, proprio all’altezza del vecchio portale (esistente e ripulito spontaneamente da cittadini locali), sotto il quale passavano nell’Ottocento le carrozze e le prime auto dei Bosisio, conti padovani. È vero che c’è stato di mezzo il Covid-19, ma in questo “parco” si sono viste spuntare solo piante invasive, brucare pecore e capre (sotto Pasqua) e giocare ragazzi e bambini con i loro genitori. Di municipali, di consiglieri, di architetti, di tecnici, di giardinieri, di escavatori… terra manco l’ombra.