La cronistoria dell’esonero del Ct della Nazionale di Bocce Luca Rodoni, ha dell'incredibile. Un primo comunicato sul sito della Fsb dice: il Ct viene esonerato per motivi “extrasportivi”. Quindi lo si butta in pasto a chissà quali illazioni. Poche ore dopo, accortisi della frittata fatta, altra versione. Non più motivi extrasportivi ma “... percezioni di natura sportiva diametralmente opposte che hanno portato a una situazione non più riconciliabile nell’ottica di una prosecuzione del rapporto di collaborazione”. Bisogna leggerla alcune volte la frase per capirne qualcosa ma è evidente che il Cc della Fsb ha graffiato parecchi specchi arrampicandosi per cercare giustificazioni (senza riuscirvi) all’esonero di Luca Rodoni. La decisione presa ha il sapore di rivalsa, oserei dire azione punitiva (altri termini cadrebbero sotto censura) per il fatto che alcuni giocatori della Nazionale hanno osato sfidare gli onnipotenti e intoccabili membri del Comitato Centrale, facendo capire con il loro gesto, che desideravano solo essere ascoltati. Non c’è desiderio invece di ascoltare la base: il Cc comanda, fate quel che diciamo o siete fuori! E così si punisce il Ct, legato ai giocatori “ribelli” da profonda amicizia e sportività, che dovrebbe essere di lezione. Aggiungo che la richiesta fatta a suo tempo dal Comitato della Fsb di azione disciplinare contro alcuni giocatori e lo stesso Rodoni, per presunto comportamento antisportivo, è stata respinta dal Giudice unico, che tra l’altro scrive nella sentenza: “... condivide l'opinione del sig. Rodoni circa l’inopportunità di un articolo su fatti e oggetto di un procedimento, tanto più se l’autore è un membro del Comitato che deve mostrare un certo riserbo”. Va a chi vuole insegnare etica.