Pare che i vertici dirigenziali pongano condizioni per nulla condivise dai migliori interpreti del gioco
Parrebbe proprio che i rapporti tra un nutrito gruppo di giocatori che fanno parte dei quadri della Nazionale – compreso il loro coach Luca Rodoni (si dice che sia momentaneamente sospeso dall’incarico perché coinvolto in un procedimento disciplinare) – e il Comitato direttivo della Federazione Svizzera Bocce (Fsb) si siano fatti roventi. In buona sostanza, il coach e sei o sette giocatori tra i più rappresentativi pare abbiano rinunciato, con effetto immediato, a vestire i colori rossocrociati. Alla base di questa drastica decisione vi sarebbe la loro contrarietà verso una risoluzione adottata dal Comitato Fsb che esclude dalla convocazione in Nazionale i giocatori che rinunceranno a far parte della categoria Élite dal prossimo anno. Parrebbe inoltre che la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata il rifiuto da parte del Comitato Fsb di incontrarli per discutere la faccenda, come richiesto dal coach e dai giocatori in questione.
L’impressione è però che il fuoco dell’infezione ardesse già sottopelle da lunga pezza e che, di conseguenza, prima o poi il bubbone sarebbe scoppiato. Impedire che la situazione si incancrenisca ulteriormente sarà difficile. Ci vorrebbe l’intervento di un cerusico, uno di quelli bravi, che con un adeguato uso di bende e unguenti provi a sanare la situazione. Il più, di questi tempi, è trovarlo. Piange però il cuore assistere a questo muro contro muro che all’immagine del boccismo rossocrociato bene non fa, tanto più che gli straordinari risultati conseguiti dai giovani agli Europei di Roma il cuore ce lo avevano fatto non poco gioire. Ci sarebbe poi da mettere in chiaro la gestione da parte della Fsb delle informazioni da comunicare attraverso gli organi di stampa: ma questa è un’altra storia.