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L’immigrazione (mal)interpretata

Il 17 agosto la Sem ha pubblicato il comunicato “Statistica della popolazione straniera relativa al 1° semestre 2023”. Immediate le reazioni di Udc e Lega, le quali si sono espresse via media asserendo che “i dati si riferiscono a uno stato di migrazione andato completamente fuori controllo e non rispondente all’economia” a significare che “gli stranieri che arrivano a frotte sono quelli sbagliati” e che le regole che gestiscono l’immigrazione non garantiscono “un’immigrazione necessaria all’economia ma implementano quella di massa”.
Eppure, dal comunicato Sem si desumono informazioni che portano a conclusioni opposte a quelle elaborate dai due partiti. Sem premette che a incidere sui flussi di immigrazione diretti verso la Svizzera sono “la forte domanda sul mercato del lavoro e il tasso di disoccupazione strutturalmente basso” esplicitando che “dopo un periodo di instabilità (Covid-19), l’aumento dell’immigrazione innescatosi nel 2022 è proseguito in questo semestre; evoluzione fortemente legata al mercato del lavoro”. L’aumento di 10’000 stranieri in Svizzera (7’849 provenienti da Ue/Aels e 1’535 da Stati terzi) è dunque rispondente alle richieste della nostra economia.
Addirittura, in reazione al comunicato, l’Udc invita a firmare l’iniziativa volta a “combattere l’immigrazione fuori controllo”, ma questo sollecito, alla luce di quanto descrivono i dati statistici, si basa su una pessima interpretazione della realtà.
Non è chiaro come i due partiti, dopo lettura del comunicato, abbiano elaborato la loro visione di una politica migratoria fuori controllo – ossia non conseguente alle esigenze del mercato del lavoro, secondo la loro definizione – quando è ribadito che le 10’000 persone qui pervenute sono state ricercate dai nostri datori di lavoro.