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Gli animalisti sono anche naturalisti?

Biodiversità! Tutti ne parlano, pochi si impegnano. Sono nato in un quartiere di case unifamiliari. In ogni giardino vivevano la Lucertola agilis e l'orbettino. Oggi in quel quartiere sono spariti ambedue ma in quasi ogni casa vive un gatto. Ho sempre avuto un orto selvatico. Taglio l'erba solo due volte all'anno, certi cespugli li lascio crescere ecc. I vicini dicono che il mio orto è un ‘casotto’. Io e tanti animali selvatici lo prendiamo come un complimento. C’è tanta vita nel mio orto: 7 specie di uccelli nidificano, ho quattro coppie di ramarri (un numero eccezionale), orbettini e lucertole, tanti insetti, nel mio stagno vivono rane e tritoni e lo scorsone viene spesso a farmi visita. Però, c’è un problema, questa vita piace anche ai gatti. Con ribrezzo lasciano il loro territorio sterile, ben curato e pulito... per muoversi in un ambiente vitale dove succede sempre qualcosa. Ma io, scusate, non creo un ambiente naturale per nutrire i gatti e quindi ho comperato una trappola. È pronta solo quando nel mio orto gli animali selvatici sono attivi. L'altro giorno il primo gatto rinchiuso. Lo porto al gattile di Bellinzona. La guardiana guarda me, guarda il gatto e ha un attacco isterico: "Deve riportare subito il gatto alla sua proprietaria! Povero gatto! Povero gatto!". Lo ripete per diversi minuti. Cerco di spiegare, inutile, non mi ascolta neanche: "I gatti sono indifesi, non fanno male a nessuno. Cosa dice lei? Il gatto è un animale invasivo? Ma che ignorante! Il gatto è un predatore e caccia tutto. È il suo compito. Adesso chiamo la polizia, Lei va messo in prigione!".

Il Municipio di Walldorf (l'unico Municipio in Europa!), per proteggere l'allodola dalla via d'estinzione, ha proibito anche quest'anno di lasciar vagare i gatti... e la Società protezione animali protesta!