Ho letto il contributo di Piero Marchesi nell’edizione del 13 novembre de laRegione e, come ogni volta che un esponente Udc parla di affari esteri, mi faccio delle domande; domande con un retrogusto preoccupato dato che l’Udc è il partito di maggioranza relativa. Lasciando perdere l’idea di fantomatiche ricadute economiche positive per la Svizzera, che, in un clima di guerre commerciali tra democrazie liberali, francamente trovo molto campata in aria, vorrei concentrarmi qui sulla questione Russia.
Sinceramente, limite mio, non ho ancora ben capito da dove nasca la fascinazione della destra per la Russia. Io sono liberale, penso che la democrazia liberale sia il sistema migliore per vivere in società, quindi guardo a tutte quelle forme autoritarie come modelli da non seguire, per usare un eufemismo. L'Udc sembra usare la scusa della neutralità per cercare di fare gli interessi della Russia: usare la neutralità per tirarsi fuori tra aggressore e aggredito è, nella pratica, fare gli interessi dell’aggressore. Inoltre, se la Svizzera non applicasse le sanzioni internazionali diventerebbe un vero e proprio pariah internazionale, una prospettiva orribile per un Paese connesso come il nostro. Per un partito poi che usa abbondantemente la retorica della libertà e dell’indipendenza, guardare con sdegno a un popolo come quello ucraino che ora sta letteralmente combattendo un aggressore per la propria libertà e indipendenza e sperare che Trump, in pratica, chiuda la guerra regalando territorio e popolazione ucraina ai russi, ecco, non so, possiamo dire che stona? La fascinazione Udc per la Russia non l’ho ancora capita, sicuramente limite mio.