Se si fa qualcosa questa cosa deve veramente servire per quell’intento. La vecchia ex ferrovia Retica ha lasciato in eredità un tracciato che si snodava dove non ancora vi era una urbanizzazione; quindi in piena campagna. Ora, il vecchio tracciato, lo si vorrebbe trasformare, tale e quale, in un antidoto al traffico motorizzato; giusto principio, però! Qui sta il nocciolo della questione. A Castione la ex Retica taglia in pieno il paese e una qualsivoglia via di transito proposta non sanerà di certo la ferita territoriale, sociale-aggregativa che il paese ha necessità e diritto. Per di più incrocia ben 5 strade di forte traffico causando un concreto pericolo per gli utenti. Fa specie, e questo ci rattrista, è il non volere capire questa nuova e necessaria esigenza sociale-ambientale che non è stata valutata e considerata. Domanda: è stato più semplice e meno impegnativo seguire l’asino (il tracciato) e andarci dietro? Se gli intenti di attuare un percorso ciclabile di livello nazionale sono buoni, il come lascia basiti addirittura i pedoni che si vedono precludere la loro individualità di veri e non infestanti del territorio. Il progetto non presentato, preventivamente, al "sovrano" che avrebbe individuato l’incompatibilità della tratta castionese. Qualcuno sarebbe arrossito da tanta saggezza popolare. A Castione l’Associazione Amica, che è attenta al territorio, intervenuta a denunciare questo mesto progetto. Pure Ata (Associazione traffico e ambiente) si rileva che sono giunti a uguali conclusioni proponendo quanto disapprovato da cittadini e da Amica. Ci si augura che il rossore sia passato e si modifichi il tracciato, cioè a fianco della sponda destra del fiume Moesa per poi congiungersi con la dorsale ciclabile nazionale nord-sud della Riviera.