Prostra promuove i due progetti ticinesi. Stralciata (e per sempre) la circonvallazione fra Stabio est e il Gaggiolo
Chi ha più confidenza lo chiama Prostra, acronimo per Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali. E di sicuro per il Ticino e la sua rete viaria cambierà e non poche cose: negli 8,4 miliardi di franchi messi sul tavolo dal Consiglio federale fra il 2024 e il 2027 e tra gli oltre 2mila chilometri di arterie nazionali hanno trovato posto, infatti, anche due progetti al di qua del Gottardo. Dentro il pacchetto ci saranno il collegamento autostradale Bellinzona-Locarno e la terza corsia dinamica sull’A2 tra Lugano sud e Mendrisio. Tra i progetti esclusi si iscrive, invece, il prolungamento della superstrada Mendrisio-Stabio, ovvero la circonvallazione Stabio est-Gaggiolo, archiviata in via definitiva dopo vent’anni, merito anche della linea ferroviaria Mendrisio-Varese.
L’A2-A13, con il progetto in galleria “Bozza verde”, fa un importante passo avanti. Berna l’ha inserita nell’orizzonte realizzativo 2040, considerando che l’attuale collegamento tra Locarnese e Bellinzonese non è più in grado di assorbire il flusso veicolare e che ha un eccessivo impatto ambientale. In dettaglio: “Il progetto del Cantone Ticino è inteso a decongestionare i centri abitati, su ambo i versanti, dal grande afflusso di veicoli in transito, creando così le premesse per l’auspicata riqualificazione delle aree insediative interessate, in coordinamento con i piani di sviluppo territoriale lungo queste vie di comunicazione. Il progetto ha seguito un processo completo, è aggiornato e ha raggiunto un progredito stato di avanzamento. Si tratta quindi di una buona base da cui la Confederazione può muovere ulteriori passi. Restano aperte alcune questioni: come accorpare meglio gli impianti infrastrutturali in un territorio già denso di vincoli come il Piano di Magadino? Come sfruttare gli effetti sinergici per migliorare ulteriormente l’offerta di trasporto pubblico? Tali questioni saranno affrontate e risolte nel prosieguo dell’iter di progettazione”.
«È una giornata storica che pone una pietra miliare nel dossier per la realizzazione del collegamento veloce tra Locarnese e Bellinzonese – è il commento del Consigliere di Stato Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio (Dt) –. Finalmente abbiamo l’assicurazione che la Confederazione concretizzerà il progetto. Ritrovarci fra i primi tre del Programma strade (Prostra) significa per noi aver risparmiato dieci anni di attesa. Anche se, va detto, la tempistica resta lunga».
Per premere sull’acceleratore, il Cantone aveva deciso qualche anno fa di procedere “motu proprio” con la progettazione. Una strategia vincente. «Per essere precisi bisogna andare ancora più indietro – specifica Zali –. Il momento di svolta è stato quando abbiamo chiesto all’allora consigliera federale Doris Leuthard di far indicare all’Ufficio federale delle strade (Ustra) il corridoio migliore per far passare l’arteria, fra i sei che erano in lizza a quel momento. Ustra lo ha fatto, benché non fosse obbligato, scegliendo il tracciato da preferire. E su questo abbiamo lavorato, per una strada che a quel tempo era ancora di proprietà del Cantone. Ovviamente, concentrandoci su una soluzione che Berna aveva già mostrato di apprezzare e progettarla a nostre spese ha permesso di farci trovarci pronti alla decisione giunta, finalmente, nelle scorse ore».
Positive le reazioni anche nel Locarnese. «Per la nostra regione è una tappa importante – commenta Paolo Caroni, presidente della Commissione intercomunale dei trasporti (Cit) di Locarnese e Vallemaggia –. Finalmente vediamo la luce in fondo a un lungo processo preparatorio e possiamo sperare di vedere il collegamento realizzato attorno al 2040. Va detto che se l’A2-A13 non fosse entrata ora nel Prostra, la galleria sarebbe slittata a chissà quando. Sicuramente la strategia del Ticino di anticipare, pagandola, la progettazione, ha dato ottimi frutti. Sono sicuro che con lo scavo di questo tunnel si apriranno nuovi scenari per lo sviluppo del Locarnese».
Soddisfatto pure il sindaco di Locarno Alain Scherrer: «Credo che per prima cosa dobbiamo esprimere la nostra gratitudine al Cantone e al Dt che hanno stanziato il credito per la progettazione. Hanno posto l’accento su questo collegamento, essenziale per tutto il Ticino, credendoci fino in fondo. Siamo uno dei pochi, se non l’unico, agglomerato urbano svizzero non allacciato direttamente alla rete autostradale nazionale. Ora, con le nuove certezze che giungono da Berna, questa anomalia sarà cancellata».
Oltre a Zali, prende posizione l’intero Consiglio di Stato, che “si rallegra per il raggiungimento di questo nuovo importante traguardo, frutto della strategia messa in atto dal Dt volta ad anticipare la progettazione dell’opera. L’iter che ha portato all’invio del Progetto generale (Pg) all’Amministrazione federale ha dimostrato la coesione e l’unità d’intenti del Cantone Ticino in nome di un’opera a lungo attesa”.
La procedura concernente il dossier relativo al collegamento veloce A2 - A13, condivisa con tutti i portatori d’interesse ed elaborata dal Dt in stretta collaborazione con l’Ustra, conferma le tempistiche annunciate. Dopo l’approvazione nel 2016 da parte del Gran consiglio del credito di 9,6 milioni di franchi per l’allestimento del progetto di massima per la realizzazione del Piano generale del collegamento stradale A2-A13, il Consiglio di Stato si era immediatamente adoperato affinché venisse presentato un progetto condiviso all’indirizzo della Confederazione. Nel dicembre del 2019 il governo ticinese aveva trasmesso all’Ustra – filiale di Bellinzona – i piani aggiornati e definitivi del progetto. “L’anticipo – segnala il CdS in una nota ai media – ha consentito dunque di accelerare le tempistiche del processo di realizzazione, nonché di creare le premesse che hanno portato alla decisione del Consiglio federale. Il nuovo risultato raggiunto è stato reso possibile anche grazie all’ottima e fattiva collaborazione, nonché al supporto, del Gruppo di accompagnamento politico (Gap), del quale fanno parte rappresentanti dei Comuni di Cadenazzo, Gambarogno e Sant’Antonino, della Cit, della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (Crtb), del Wwf, dell’Unione contadini ticinesi (Uct), del Tcs e di Agrifutura”.
Ieri nel Mendrisiotto c’è, per contro, chi ha vissuto sentimenti contrastanti. Quando si parla di strade (vecchie e nuove) e di traffico, del resto, il Distretto fa presto a surriscaldarsi. E le scelte calate da Berna hanno avuto, di sicuro, un impatto non da poco sul territorio regionale. In effetti, per una terza corsia (dinamica e autostradale) che sale nella classifica delle misure da attuare - e prima del previsto -, c’è un tratto di superstrada (quello fra Stabio est e il valico del Gaggiolo) che scompare dalla mappa della rete viaria federale. Così se da una parte vi è chi - in testa un soddisfatto Consiglio di Stato - gioisce per la decisione comunicata dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga a favore del potenziamento dell’A2 tra Lugano sud e Mendrisio (il cosiddetto PoLuMe), dall’altra ci sono coloro che temono le conseguenze di un intervento ravvicinato. Adesso l’orizzonte temporale indicato è infatti quello del 2030: il governo federale sembra avere fretta, anticipando i lavori di un decennio sulla tabella di marcia e accantonando, per ora, poco più di un miliardo. Tutto merito, si fa capire, dello stato di pianificazione del dossier, oltre al fatto di muoversi in un "grande agglomerato urbano”, sicuri di contribuire a "rimuovere importanti criticità”.
Non ditelo, però, ai contrari che il maggio scorso erano andati fino a Berna per mettere proprio nelle mani di Sommaruga le oltre 6’300 firme dei cittadini preoccupati dal progetto di potenziamento autostradale. Il coordinatore Marzio Proietti è deluso dalla collega di partito e dalla decisione del governo. «Non solo, a questo punto sono scandalizzato da come improvvisamente (e senza alcun preavviso) venga anticipato un cantiere che sembrava fosse irrealizzabile prima - confessa Proietti -. Di certo così si bypassa l’opposizione manifestata dalla popolazione, alla quale non si lascia neanche il tempo di reagire. In più sconfessano in modo plateale gli obiettivi di coordinamento a livello nazionale dei piani viari, ferroviari e di salvaguardia del territorio scritti nella legislazione federale. Dalle informazioni che emergono si ha l’impressione, poi, che il Consiglio federale si sia pronunciato prima ancora che la consultazione degli uffici fosse conclusa. Dove stanno la democrazia e il rispetto delle regole?».
Chi, come Proietti, ha fatto di tutto per mettersi di traverso alla terza corsia non si capacita del fatto che a Berna si sia spinto sull’acceleratore, dando addirittura la precedenza a PoLuMe rispetto alla A2-A13 («lì in fondo il disagio attraversa i paesi sulla Cantonale, qui parliamo di autostrada»). D’altro canto, è messo nero su bianco fra le righe delle 124 pagine del Rapporto esplicativo diffuso ieri. La tempistica è chiara: il dossier sarà ultimato “probabilmente” quest’anno; la situazione richiede urgenza. Per dirla con Berna, “le opere il cui progetto generale sarà approvato in tempi brevi devono essere assegnate all’orizzonte realizzativo con la massima priorità”. Come la prenderanno i contrari (non rassicurati dal rinnovato impegno federale su infrastrutture e impatto ambientale)? Questo capitolo resta ancora da scrivere.
Sta di fatto che Prostra appare essere uno spartiacque tra i piani d’azione del prossimo futuro e le ambizioni del passato. Anche se la corsa verso PoLuMe, d’un canto, e l’abbandono della Stabio-Gaggiolo, dall’altro, potrebbero chiamare a pagare pegno le comunità locali. Marzio Proietti ne è sicuro: «Non si farà altro che spostare il problema. Potenziare una tratta e lasciarne indifesa un’altra caricherà Stabio e dintorni di ulteriore traffico: manca un coordinamento». Avversari per oltre due decenni, favorevoli e contrari al prolungamento della superstrada rischiano di ritrovarsi accomunati nel timore che con l’avvento della terza corsia la situazione in quel comprensorio del Distretto possa peggiorare.
È chiaro, e Fabrizio Plebani neppure la nasconde, scoprire che la circonvallazione verso il valico del Gaggiolo è un capitolo chiuso non può che far piacere a quanti non l’hanno mai digerita. «Come ex coordinatore del Comitato dei contrari - ormai inattivo da anni, ndr - non posso che essere contento di questo stralcio. Lo sono meno pensando alle prospettive che riguardano anche la viabilità a Stabio a fronte del riconoscimento della terza corsia. Porterà più traffico sulla A2 e più pressione sulla rete fra Mendrisio e Varese visto le strade attuali», rimarca ancora un deluso Plebani. Le incognite, fa capire, non mancano.
Lo pensa anche Edo Bobbià, il quale sul prolungamento della superstrada - una battaglia sua e del Comitato a favore, pure lui in «letargo» - l’ha sempre vista in modo opposto. «Anche sulla Mendrisio-Stabio sarà un bel problema e non si potranno chiudere gli occhi - ci dice -. L’impatto del potenziamento autostradale sarà importante. Non dimentichiamo che già oggi dopo le 15 dirigersi a Stabio è una impresa, e ogni giorno». Accettare lo stralcio della circonvallazione dalla mappa federale, quindi, è ancora più difficile. «Mi spiace, e molto, soprattutto in funzione del traffico, enorme, che colpisce la parte bassa di Stabio. Certo, a questo punto, non resta che rassegnarsi e gettare i quattro dossier sui quali si sono investite tante energie». La battaglia è persa ma Bobbià non risparmia qualche frecciatina al Municipio locale - «che si è sempre dimostrato tiepido se non contrario» - e alla stessa Confederazione («che non ci hai mai appoggiato»). «Personalmente, comunque, ritengo la decisione federale un errore. E ora occorrerà trovare una alternativa».
In realtà, sin dagli esordi un’altra via possibile era stata indicata da Ata, l’Associazione traffico e ambiente, e i contrari, progettando una moderazione qualificante della strada cantonale. Una proposta che adesso torna di attualità. «Il progetto andrebbe verificato - conferma Plebani -, ma è immaginabile. Chi abita nella zona merita considerazione».