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Agricoltura e autostrade

Nonostante l’ampliamento delle autostrade in votazione il 24 novembre comporti la perdita di terreno fertile utile, l’Unione svizzera dei contadini ha raccomandato di votare a favore dell’ampliamento. Tra le motivazioni vi è il benessere degli animali che passerebbero meno tempo nel traffico, la diminuzione dei costi di trasporto di prodotti agricoli e lo sgravare dal traffico parassitario le strade secondarie. Subito di primo acchito queste motivazioni appaiono già poco plausibili, e sembrano infatti solo delle scuse per motivare una scelta non coerente con quel che è il mandato dell’Usc, ossia quello di tutelare l’agricoltura e chi ci lavora. Questo purtroppo non sorprende; l’Usc, orientata a destra sullo scacchiere politico, anche in questo caso non difende davvero gli interessi della propria base. Le problematiche da loro evocate (costo trasporti, benessere animali, traffico parassitario) non sono sicuramente causate dal traffico che vi è nelle cinque tratte interessate dall’ampliamento ma vi sono sicuramente misure più incisive per risolverle (ad esempio per il traffico parassitario, il divieto di circolazione per mezzi non agricoli) che non comportano la perdita di terreno fertile. Perché la questione centrale è proprio questa, ossia il concedere terreno fertile per l’ampliamento delle autostrade. Se è vero che la Confederazione promette delle compensazioni, chi è dell’ambito lo sa, esse sono sempre molto difficili e mai davvero eque. Inoltre, otto ettari non sono “solo” otto ettari come detto dall’Usc, ma sono otto ettari di troppo. Il terreno è un bene prezioso, e se non è la maggiore associazione di categoria a difenderlo, allora chi deve farlo? E questa è la domanda che pongo a chi della terra ci vive, se fosse sacrificato il vostro di ettaro, cosa votereste?

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