Dati alla mano, l’Ente ospedaliero cantonale è la colonna portante del servizio pubblico sanitario della Città Ticino. L’aumento del numero di pazienti degenti e ambulatoriali, gli accessi ai Pronto soccorso, i mandati altamente specialistici dimostrano chiaramente il grande lavoro svolto dall’Ente in questi anni. Parimenti mai così pochi ticinesi hanno preso il treno per Zurigo per farsi curare. Anche se qualcuno ora spinge per riattivare questo fenomeno contro gli interessi del Cantone. Questi risultati sono il frutto di una strategia chiara e ben definita nel tempo, di investimenti importanti sia nella formazione del personale, sia nell’aggiornamento delle strutture e della tecnologia medica.
Il 30% del totale degli accessi ai Pronto soccorso Eoc (pari a 35’000 casi all’anno) è classificabile come caso “bagatella” e in una sanità di prossimità territoriale meglio organizzata (leggasi medici del territorio) non dovrebbe neanche giungere nei Ps dei nostri ospedali. Il 50% dei casi rappresenta invece le vere urgenze: non sono casi vitali, ma casi che necessitano personale specialistico formato in medicina d’urgenza, diagnostica rapida e appropriata, trattamento iniziale e decisioni di ricovero nel luogo più idoneo. Ci sono poi le urgenze vitali o evolutive (il restante 20%), che necessitano risorse umane e tecnologiche perfettamente adeguate e con un “case mix” idoneo a mantenere queste competenze. In queste due categorie di casi la capacità di presa a carico dell’Ente è indiscussa e unica in Ticino.
Sappiamo, inoltre, che per garantire la qualità e la sicurezza dei Ps bisogna avere un’organizzazione interna atta a ridurre il più possibile i tempi morti e i colli di bottiglia, divisione in flussi per intensità di cura (bassa, media e alta intensità) e ricerca di percorsi rapidi con i servizi afferenti (laboratorio e radiologia); spazi adeguati: numero di box sufficiente per evitare code in sala d’attesa nelle ore più affollate; personale formato e idoneo, anche qui stiamo facendo un lavoro di formazione e uniformizzazione delle competenze.
Sul tema specifico dei Pronto soccorso, negli ultimi 15 anni l’Ente ospedaliero cantonale ha investito 20 milioni di franchi e nel prossimo quadriennio, con i lavori previsti al Civico e al Beata Vergine, investiremo ulteriori 20 milioni nei nostri Ps. Questo impegno finanziario a favore di un servizio alla popolazione si inserisce in una strategia di professionalizzazione ben definita. L’ultimo “nato”, il Ps dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, incarna appieno questo nuovo concetto. Anche per quanto riguarda il personale attivo nei Ps Eoc possiamo segnalare una crescita sensibile negli ultimi tre anni delle unità a tempo pieno operative (un aumento di 24 unità pari al 10%) per un ammontare di risorse finanziarie investite che superano i 35 milioni di franchi in termini salariali.
L’Ente ospedaliero cantonale ha investito e continuerà a investire nei suoi Ps: non c’è nessun degrado sistematico dei mezzi; al contrario, c’è stata e c’è un’attenta e precisa valutazione della situazione che si traduce in investimenti oculati e attenti. Lo sperpero dei mezzi finanziari dei contribuenti (sia cantonali sia attraverso le casse malati) non è una pratica in uso nell’Ospedale di servizio pubblico dei ticinesi. Il vostro ospedale ha bisogno del vostro sostegno: non spariamo sull’Eoc!