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La critica di Martinetti fa suonare la sveglia alla politica

Il direttore dell'Ente ospedaliero cantonale aveva fatto notare come il Ticino sia l'unico a non investire nella ricerca. I partiti; ‘aperti all'ascolto’

Un settore necessario se si punta a un ospedale universitario
(Ti-Press)
21 giugno 2024
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Ha fatto suonare la sveglia alla politica cantonale la critica lanciata mercoledì da Glauco Martinetti, direttore generale dell’Ente ospedaliero, che presentando l’impatto economico dell’Eoc ha evidenziato come “a parità di strutture, il Ticino è l’unico Cantone che non investe nella ricerca del suo Ente ospedaliero cantonale”. Questo nonostante l’Eoc, numeri alla mano, sia riuscito con le proprie forze e (soprattutto) grazie al sostegno di fondazioni private a incrementare notevolmente il numero annuo di pubblicazioni scientifiche. “Il nostro budget per la ricerca è di circa 11,1 milioni di franchi. Attualmente investiamo con risorse nostre circa 1,5-2 milioni ma se l’intenzione è quella di andare in direzione di un ospedale universitario – ha fatto notare Martinetti – bisognerà mettere in conto di investire anche come Cantone”.

Forini (Ps): ‘Nel frattempo agire sui mandati di prestazione’

Il deputato socialista Danilo Forini si dice anzitutto «un po’ sorpreso». Sorpreso, puntualizza, «non perché non condivida la richiesta del direttore generale dell’Eoc – ci mancherebbe, la ricerca è ovviamente importante e per questo va finanziata –, ma perché nelle audizioni fatte in commissione Martinetti non ha mai accennato a questo aspetto, del quale abbiamo appreso solo dai media. Peccato». L’organo parlamentare cui allude Forini è la commissione speciale di controllo ‘Istituti ospedalieri ed Eoc’, della quale è secondo vicepresidente. «In ogni caso – riprende il granconsigliere del Ps –, il tema posto dal direttore dell’Ente ospedaliero va seriamente considerato, soprattutto nell’ambito delle discussioni sul futuro ospedale universitario». Nel frattempo, aggiunge Forini, «la questione finanziaria potrebbe essere, secondo me, esaminata ragionando sui mandati di prestazione, dando più soldi a quegli istituti ospedalieri, pubblici e privati, che fanno anche ricerca e qualcosa di meno a quelli che non la fanno».

Mazzoleni (Lega): ‘Bisogna fissare le priorità’

Della commissione speciale è presidente Alessandro Mazzoleni. «Da direttore dell’Ente ospedaliero cantonale, Martinetti – sottolinea il deputato e co-coordinatore della Lega – ha fatto senz’altro bene a sollevare la questione, in particolare pensando al futuro dell’Eoc. E se guardiamo al futuro, cioè al previsto ospedale universitario, la sua presenza in Ticino si giustificherà e avrà un senso se farà della ricerca. Certo, il problema è il finanziamento iniziale, un aspetto non da poco date le difficoltà finanziarie del Cantone. E allora si tratta, come sempre, di fissare delle priorità. Personalmente, ritengo la ricerca una priorità, che potrebbe essere condotta anche in collaborazione con istituti d’Oltralpe. Non sarei d’accordo se per finanziarla riducessimo i sussidi versati ai residenti bisognosi per il pagamento dei premi di cassa malati. Ma credo che con un po’ di buona volontà la politica possa trovare delle soluzioni, senza dimenticare che la ricerca dovrebbe in seguito autofinanziarsi grazie alle sovvenzioni federali e internazionali». Agire sui mandati di prestazione? «La verifica dei mandati è fra i compiti della nostra commissione», si limita a ricordare Mazzoleni.

Quadranti (Plr): ‘Questione da tematizzare’

«Quando ho letto la notizia mi sono subito detto che è una questione da cogliere e tematizzare anche in commissione, soprattutto se il Ticino è davvero l’unico Cantone con questa pecca», afferma Matteo Quadranti, deputato liberale radicale e membro della commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’. «Se come partito proporremo qualcosa sul tema è però ancora prematuro dirlo». Continua Quadranti: «Mi chiedo però se il Cantone debba partecipare solo alla ricerca dell’Ente ospedaliero cantonale o se allargare eventualmente il sostegno, attraverso una chiave di riparto, anche ad altri attori che fanno pure loro ricerca. Sono portato a pensare di no, che il privato deve finanziare autonomamente la sua attività». Ma c’è margine per trovare le risorse? «Oggi si tende molto a concentrarsi sul presente, ma questo è un discorso che va fatto soprattutto in prospettiva, guardando alla crescita e al rilancio. E le cifre citate da Martinetti, ovvero qualche milione all’anno, non sono certamente un ostacolo insormontabile».

Isabella (Centro): ‘Aspettiamo un progetto concreto’

«Investire nella ricerca, specialmente in quella legata alla salute, è essenziale» premette Claudio Isabella, deputato del Centro e già presidente della commissione ‘Sanità e sicurezza sociale’ del Gran Consiglio. Ciò detto, «fino ad ora l’Eoc è sempre riuscito a trovare i fondi e ha potuto investire. Se però c’è un bisogno o una necessità è giusto che la politica si faccia trovare pronta». Questo a condizione «che giunga una proposta concreta. In quel caso Consiglio di Stato e parlamento la prenderanno sicuramente in considerazione. Se poi verrà accettata o meno dipende dai contenuti. Ma se arriva un progetto ben fatto, delle possibilità ci sono, visto che il tema sta a cuore un po’ a tutti i partiti. Anche nel recente passato – fa notare Isabella – non sono infatti mancati gli investimenti in questo ambito. Penso per esempio al messaggio governativo Prosan per il rafforzamento della formazione professionale nel settore sociosanitario».

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