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Tredicesima Avs

È notizia di qualche settimana fa che, secondo un sondaggio, quasi il 70% degli svizzeri sarebbe ben disposto a concedere una 13ª mensilità Avs ai pensionati. La rivendicazione è avanzata da sinistra e sindacati attraverso un’iniziativa popolare su cui il popolo sarà chiamato a votare, ma non prima di marzo dell’anno prossimo. La proporzione di favorevoli può sorprendere, soprattutto alla luce del fatto che non è ancora trascorso un anno da quando gli stessi cittadini hanno deciso, nel nome del risanamento del 1° pilastro, un aumento dell’età di pensionamento delle donne a 65 anni. Al contempo non è raro che iniziative dal richiamo molto generoso, possano godere inizialmente di ampie simpatie. D’altronde chi non vorrebbe, alla fine del mese, disporre di uno stipendio in più in tasca?

Il risveglio nella dura realtà, di regola, avviene al momento di confrontarsi sui vantaggi e i costi del sogno proibito. Con il pretesto di migliorare i salari più bassi, soprattutto quelli delle donne, la sinistra ha raccolto le firme necessarie per proporre una mensilità Avs in più a tutti i beneficiari della pensione. Quale momento migliore per una simile rivendicazione, di fronte agli aumenti ormai incontrollati dei premi di cassa malati e in generale del caro vita? L’arsenale argomentativo messo in campo viene utilizzato per sparare ideologicamente a 360°, ma con riflessioni ben lontane dalla realtà.

I premi in crescita e l’inflazione sono problemi che colpiscono tutte le fasce di età e vanno presi sul serio. Ma, attraverso generosi sussidi, le fasce della popolazione finanziariamente più fragili di fatti non pagano i premi. Un aumento di questi ultimi è dunque direttamente compensato. Allo stesso modo nella discussione si sottace volentieri che tutti i beneficiari Avs approfittano della compensazione dei rincari.

Dunque, contrariamente a tutte le altre fasce di popolazione, i pensionati, attraverso i meccanismi di compensazione, sono protetti da fenomeni di crescita dei costi. Inoltre, i nostri anziani meno abbienti hanno accesso alla prestazione complementare Avs. E allora perché una 13ª mensilità? E, soprattutto, chi ne beneficerebbe? L’Avs, la più sociale delle nostre istituzioni, viene versata indistintamente a tutti, anche a cittadini con redditi di cassa pensione e patrimoni alti, anche ai milionari. Siamo sicuri che, di fronte alla complessa sfida di garantire la sostenibilità finanziaria dell’assicurazione, vogliamo permetterci di distribuire a pioggia, anche alla maggioranza che non ne ha bisogno, fondi che andranno prelevati aumentando l’Iva – che pagano anche i bisognosi – o attraverso contributi maggiori, che pagheranno soprattutto le generazioni giovani sui loro salari futuri?

La “13ª Avs”, come dimostrano i primi sondaggi, è un richiamo dolce per molte orecchie. Ma un veloce esame della proposta e delle sue conseguenze la smaschera quale altamente inefficace, discriminatoria per i giovani e semplicemente asociale.