Tra intimidazioni, piccoli sabotaggi, esplicite esortazioni a non sottoscrivere per paura di ritorsioni e ripicche, la raccolta di firme da parte del comitato referendario prosegue, anche se, in tutta franchezza, l’impresa non è facile.
Dicono di noi di tutto e di più: che siamo “vecchi”, che siamo ottusi e retrogradi, che tra di noi non ci sia unità d’intenti, che si punti alle luci della ribalta a un anno dalle prossime elezioni comunali, che non si abbiano a cuore i giovani.
Niente di tutto ciò corrisponde al vero: siamo semplicemente un gruppo eterogeneo di cittadini favorevoli alla sistemazione dell’area “ex macello”, ma seriamente scettici sulla realizzazione di un’area di svago su tale sedime.
Eterogenei, sì: uomini e donne, giovani e meno giovani, impegnati chi più chi meno attivamente in politica, appartenenti a correnti di pensiero differenti, sportivi e meno sportivi, ognuno con sensibilità diverse, ma tutti convinti che un oggetto tanto contrastato meriti di passare dal referendum. Dovesse avere esito positivo, saranno tutti i cittadini ad avere l’ultima parola!
Le nostre motivazioni sono diverse, riconducibili alla sensibilità di ognuno: chi ritiene la zona troppo inquinata, chi la ritiene troppo trafficata e dunque pericolosa, chi nutre dubbi sull’effettivo processo di coinvolgimento dei giovani in fase di progettazione, chi ravvisa addirittura criticità per quanto riguarda la compatibilità con le politiche di genere promosse dalla Città, chi investirebbe in modo diverso i 2’600’000 franchi necessari per il completamento dell’opera, chi giudica misero uno skate park dalle dimensioni di 10m X 30m, chi ritiene eccessivo comprimere così tanti contenuti (21 posteggi, skate park, workout, parkour, panchine, fontanella…) in questo spazio tutto sommato limitato.
I motivi del nostro no a questo progetto assurdo sono davvero molteplici.
Certo che dobbiamo pensare ai nostri giovani, non necessariamente, però, proponendo loro uno specchietto per allodole sotto forma di “skate park”; meglio continuare a coordinare a livello regionale le offerte sportive e ricreative, riflettere su altre possibilità di svago oserei dire più inclusive, forse, e più semplicemente pensare a luoghi “informali” dove sia loro concesso il piacere di ritrovarsi, stare insieme, crescere, immaginare e sognare il proprio futuro.