Leggo – non certo con meraviglia – il post di Amalia Mirante (su Facebook, 11 settembre 2022) in cui accusa il suo partito socialista di aver messo in campo una «strategia precisa volta a tener fuori me dalla lista [per il Consiglio di Stato] e blindare le candidature "giuste". Un metodo ben poco democratico che adesso colpisce me, ma in passato è stato usato contro altre e altri». In un "passato", quindi, dove sulla lista socialista per l’esecutivo cantonale, e per ben due volte consecutive, ci fu la stessa Amalia.
È legittimo contestare la scelta fatta dalla direzione del Ps, poi confermata dal Comitato cantonale e quindi dalla Conferenza cantonale, ma non è lecito affermare (come scrive la Mirante) che essa sia stata «ben poco democratica». Può essere un tema di discussione che uno/una dei due candidati socialisti sia un/una giovane poco conosciuto e (probabilmente) fuori dai giochi elettorali: un confronto tra (diciamo) Marina Carobbio e Amalia Mirante avrebbe un suo senso, esattamente come ha anche senso affiancare a un/una candidato/a competente e di grande esperienza un/una giovane di belle prospettive. Soprattutto oggi, di fronte a problemi che noi (in là con gli anni) facciamo un po’ fatica a capire, a dare loro un nome e, di conseguenza, ad affrontare; in questo i giovani ci potrebbero aiutare con la loro intelligenza, energia e fantasia. Ho trascorso quarant’anni della mia vita professionale con i giovani e so quanto essi (non dico tutti) siano svegli, coraggiosi, innovativi, immaginativi. Politicamente parlando, la candidatura di un/una giovane emergente è di grande prospettiva ed è un forte segnale programmatico che va oltre il prossimo aprile, che guarda con concrete ambizioni alle prossime legislature.
E lasciamo perdere per carità la storia «delle grandi famiglie»: è colpa loro se i Carobbio, i Bignasca, i Pelli, i Masoni e, per non essere solo locali, i Kennedy, i Clinton sono politici di successo? O forse è colpa della nostra debolezza, del nostro impegno politico speso solo a tratti, a intermittenza? Chi ha votato per il 2+2+1 è forse sul libro paga dei Carobbio? E chi ha avversato questa formula proponendo di sostituirla con un 3+2 è forse al servizio della Mirante?
Ha ragione Fabio Dozio quando scrive (su Naufraghi.ch del 12.09.22) che «non c’entrano le famiglie, non c’entra essere economisti (ma da quando in qua?), conta la personalità e il profilo politico. Conta l’autorevolezza e la volontà di profilarsi anche al di fuori dei compiti del proprio dipartimento».
E con questo viatico avviamoci serenamente al Congresso Ps del 13 novembre, giorno in cui la cara Amalia Mirante avrà tutto il diritto di confermare la sua candidatura, peraltro già annunciata pubblicamente da parecchi mesi: gli iscritti al Ps sceglieranno democraticamente il loro o la loro consigliere/a di Stato.