Il dibattito fiscale a livello cantonale, specialmente in questi ultimi anni, è caratterizzato da una crescente vivacità e conflittualità. I partiti politici e le opinioni del padronato e dei sindacati sono, a volte, contrapposte, pertanto, nel momento in cui vengono presentate delle proposte, è indispensabile conoscere con chiarezza le conseguenze finanziarie delle medesime. Oggi non è facile avere certezze in materia, poiché i dati necessari non sempre sono conosciuti. Uno strumento utile sino a qualche anno fa, era rappresentato dalla statistica pubblicata dall’Amministrazione federale delle contribuzioni sull’onere fiscale nei capoluoghi cantonali che, però, da qualche anno a questa parte, non è più disponibile nella forma precedente.
Lo studio di Samuele Vorpe, professore SUPSI in diritto tributario e responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI, presentato ieri alla stampa, ha una sua indubbia utilità poiché presenta il prelievo fiscale delle persone fisiche e giuridiche nei 26 cantoni riferito al 2021. Questo studio propone un confronto riferito alla fiscalità vigente nei diversi cantoni, estremamente necessario proprio per la concorrenza fiscale intercantonale che consente ad ogni cantone di stabilire, come meglio crede, le aliquote applicabili al reddito e alla sostanza delle persone fisiche, e all’utile e al capitale delle persone giuridiche. Questi dati, che costituiscono una base certa, rivelano, diremmo impietosamente, la precaria posizione del Canton Ticino nel contesto della concorrenza fiscale intercantonale.
Da un esame più attento si conferma, in specie per i redditi delle persone fisiche, una mancanza di attrattività del nostro cantone nei confronti dei contribuenti facoltosi. La ragione è dovuta al fatto che le aliquote delle imposte cantonali applicabili al reddito delle persone fisiche risalgono, di fatto, alla modifica della legge tributaria del 1976. Da quella data in poi la gran parte degli altri cantoni ha ridotto, a volte notevolmente, le aliquote applicabili al reddito delle persone fisiche, mentre il Ticino è rimasto fermo al palo. Questa politica non soltanto non consente di attirare contribuenti dal reddito importante, e talora imponente, ma favorisce anche il trasferimento di questi contribuenti verso altri cantoni. Infatti, il professor Vorpe dimostra con il suo studio che l’immobilismo del Ticino lo ha portato tra i cantoni più cari della Svizzera per quanto riguarda le aliquote applicabili agli alti redditi, e meglio al 21° posto con un prelievo fiscale complessivo superiore al 40%.
Per quanto riguarda l’imposizione della sostanza delle persone fisiche, lo studio mette in evidenza che in questo contesto il Ticino ha compiuto un passo rilevante nell’ambito della concorrenza fiscale intercantonale. Infatti, l’aliquota cantonale è stata attenuata dal 3,5 al 2,5 per mille. Per cui nella posizione intercantonale il Ticino è rientrato nella media svizzera, passando dagli ultimi posti al 16° posto.
Interessante, è anche l’esame del prelievo fiscale delle persone giuridiche. Anche qui il dato riferito al 2021 è sconfortante, poiché il Cantone Ticino è al 24° posto nella classifica generale; quindi sempre tra i cantoni più cari della Svizzera. Lo sconforto potrebbe tuttavia attenuarsi, poiché dal 2025, il prelievo fiscale in Ticino si ridurrà ulteriormente. Di conseguenza, sulla base delle informazioni attualmente disponibili, il Ticino migliorerà, anche se non di molto, la sua posizione nella classifica intercantonale. Resta aperta un’eventuale ulteriore attenuazione delle aliquote da parte degli altri cantoni.
Molto opportunamente lo studio non si limita al contesto intercantonale, ma opera pure un raffronto internazionale ponendo in evidenza che il Ticino in questo contesto, per quanto riguarda il prelievo fiscale delle persone giuridiche si trova in una posizione molto favorevole. Infatti, già attualmente la pressione fiscale sull’utile è inferiore alla media internazionale. Situazione che migliorerà ulteriormente dal 2025. Tuttavia, il raffronto concreto deve pur sempre essere effettuato nel contesto intercantonale; e qui anche se la nostra posizione migliora, si deve ammettere che altri cantoni continuano a prevedere condizioni quadro fiscali migliori ed essere quindi più attrattivi, anche nei confronti di contribuenti provenienti dall’estero.
In conclusione questa pubblicazione non costituisce soltanto uno strumento conoscitivo importante, ma consente agli attori politici, padronali e sindacali, di avere a disposizione gli elementi necessari per la formulazione di modifiche della legislazione tributaria.