Un mio amico, dopo un soggiorno all’estero, ha cercato e trovato un appartamento che gli piaceva. Dopo un po’ però si è reso conto che l’affitto da pagare era molto più alto di quello degli altri inquilini nella stessa casa. Basandosi sull’articolo 256a del codice delle obbligazioni, ha scritto al proprietario, chiedendogli informazioni sulla pigione precedente. Purtroppo l’inquilino può chiedere, ma non è chiaro se il proprietario è tenuto a rispondere… Si è quindi trovato coinvolto in una procedura giuridica piuttosto complicata. Aveva solo 30 giorni per poter contestare la pigione precedente! Costatato che si era trattato di un aumento rilevante e considerandolo abusivo ne ha chiesto la riduzione, secondo l’art. 270. Anche qui ha dovuto affrontare una trafila burocratica e giuridica non da poco e non sappiamo com’è andata a finire la vicenda. A un altro mio amico è capitato una storia simile in un cantone dove in quel periodo era in vigore il formulario ufficiale. Dopo aver trovato un bell’appartamento, con il contratto d’affitto ha ricevuto anche il formulario in cui si precisavano la pigione precedente e i motivi dell’aumento: i lavori effettuati dopo un contratto molto lungo. Il mio amico ha fatto notare che l’aumento era pur sempre rilevante ed è riuscito a ottenere uno sconto. Il rapporto con il proprietario è quindi iniziato con grande trasparenza e fiducia reciproca. Confrontando queste storie, ci si chiede perché ci sia opposizione all’introduzione del formulario ufficiale. Un foglio in più, allegato al contratto, non può essere sicuramente considerato burocrazia eccessiva e la fiducia reciproca che si instaura è invece un bene importante che dura a lungo. Un sì convinto dunque all’introduzione del formulario ufficiale a inizio locazione.