L’Associazione inquilini in vista della votazione del 26 settembre affila gli argomenti: 'Sapere quanto era la pigione precedente è questione di trasparenza'
Lanciata nel 2018 dall’Associazione svizzera inquilini - Svizzera italiana (Asi), e sottoscritta da 7’606 persone, l’iniziativa “No alle pigioni abusive, sì alla trasparenza: per l’introduzione del formulario ufficiale a inizio locazione” arriverà alle urne il 26 settembre. Dopo la bocciatura in febbraio da parte del Gran Consiglio, che ha aderito al rapporto contrario del liberale radicale Fabio Käppeli, toccherà al popolo decidere se a inizio locazione il proprietario sarà obbligato a informare il nuovo inquilino sulla pigione pagata dall’inquilino precedente. «È una questione di onestà e trasparenza», commenta il presidente dell’Asi Adriano Venuti a margine dell’Assemblea annuale che oggi, riunita a Giubiasco, lo ha confermato alla testa degli inquilini. Ed è pronto a lanciare la campagna per un’iniziativa che definisce «importantissima».
Concretamente, quali sono le vostre richieste?
L’iniziativa chiede semplicemente di introdurre un formulario ufficiale a inizio locazione, possibilità già data dal Codice delle obbligazioni. Noi chiediamo che sia obbligatorio in caso di penuria di alloggi. Questo modulo permette di sapere qual era la pigione pagata dall’inquilino precedente. Se pagava quanto richiesto al nuovo inquilino va tutto bene e non c’è problema, se invece pagava di meno il proprietario deve spiegare per iscritto, su questo modulo, perché la pigione è aumentata. Se è dovuto a migliorie o altri fattori comprovabili il tutto viene messo per iscritto, se l’incremento della pigione non è giustificato si contesta.
Nel 2018 c’erano dei motivi contingenti che vi hanno accompagnato nel lanciare l’iniziativa: pochi appartamenti, affitti in aumento nonostante molte diminuzioni del tasso ipotecario di riferimento… motivi presenti ancora oggi e validi per votare il vostro testo?
Sì, non è cambiato granché purtroppo. Chi vuole lucrare cerca sempre di lucrare, e chi era disonesto prima lo è rimasto. Attenzione, non tutti i proprietari e gli amministratori sono dei furbetti: molti sono trasparenti. Ce n’è però una parte che ne approfitta. Ciò che magari è cambiato è il tasso di sfitto, che al momento è abbastanza alto. Ma come detto molte volte non corrisponde ai bisogni della popolazione, a causa della continua costruzione di palazzi con appartamenti ad alto standing o con metrature insufficienti per i bisogni della popolazione oggi.
Chi si oppone alla vostra iniziativa dice che nel Codice delle obbligazioni la possibilità di richiedere il formulario è già data, e lo ha detto anche lei prima.
Certo che c’è questa possibilità di richiedere l’ammontare della pigione, ma non c’è alcun obbligo per il proprietario a comunicarlo. Come diceva mio padre chi domanda non fa errori, ma se l’altro non risponde è tutto inutile. Non è un’argomentazione questa.
Vi viene anche imputato che aumenterebbe la conflittualità.
Come può la chiarezza aumentare i conflitti? Non penso proprio. Se un proprietario dice fin da subito quali sono le condizioni di entrata in un appartamento, e per quali motivi viene chiesta quella cifra, poi io sono libero di scegliere se mi interessa o non mi interessa. Il rapporto tra le parti ne beneficia.
Tutto ciò avverrebbe prima di ogni firma su un contratto, non dopo.
Esatto, non ci sarebbe alcun problema. Il proprietario non ha niente da temere, si tratterebbe solo di un foglio in più. Come la Catef dà i suoi contratti ufficiali, si prenderà anche il modulo ufficiale del Cantone e lo si compilerà.
Con che spirito vi approcciate alla campagna?
Cercheremo di fare del nostro meglio, di difendere le nostre ragioni e la bontà dell'iniziativa. Anche se non abbiamo i mezzi finanziari che hanno gli altri, combatteremo fino in fondo per l’equità e la trasparenza.