Nessuno si è mai interessato al valore storico, architettonico, sociale e affettivo del centro scolastico. Che ora si pensa di demolire
Il risanamento delle scuole al Burio di Gordola è anche fondato sul rispetto del costruito e sulla tutela ambientale, aspetti che coinvolgono la comunità e che andrebbero percepiti e onorati da tutti, in particolare da chi amministra i beni della collettività.
Purtroppo sinora nessuno, nemmeno la Stan, si è mai interessato al valore storico, architettonico, sociale e affettivo delle scuole al Burio. Infatti per il suo intrigante profilo architettonico e inserimento nel paesaggio, lo troviamo su molteplici esposti di riviste e libri d’architettura. Incontestabilmente la nostra scuola è inserita nel fausto periodo dei grandi nomi dell’architettura che hanno realizzato pregevoli scuole d’avanguardia e ora, purtroppo, qualcuno pensa bene di demolirle!
Le scuole al Burio hanno tanto da offrire sia come luogo primario di insegnamento, ma pure per i qualificati, funzionali e ampi spazi logistici interni e esterni in cui si può facilmente socializzare nei modi più disparati. Troveremo ancora questa grande opportunità in una nuova scuola che, per risparmiare, sarà pensata con spazi ridotti all’osso? Anche il lato affettivo ha la sua importanza; chiedete a coloro che la scuola l’hanno frequentata e vissuta o anche alle persone che da oltre quarant’anni ammirano il complesso scolastico! Sono fermamente convinto che è sempre più importante avere un grande rispetto collettivo per le opere che hanno segnato e segnano ancora oggi il nostro territorio.
Un’ulteriore riflessione sull’abbattimento dell’intero comparto si impone; già confrontati con una situazione ambientale che non ci dà tregua e che diventa sempre più critica, ora qualcuno pensa e propone di radere al suolo e demolire tutto. Credo che a chi sostiene questa tesi non è per nulla chiaro cosa comporti una tale operazione dal profilo ambientale; migliaia di metri cubi di materiale, dal calcestruzzo (che non si può ridurre a farina), al ferro d’armatura e acciaio, alle plastiche, al vetro, alle carte bitumate, agli isolanti (prodotti con idrocarburi), per finire poi con l’amianto. Materiali che fintanto non si toccano sono innocui, ma appena si rimuovono il disastro è in agguato e pronto ad essere compiuto.
Sommiamo infine l’inquinamento fonico e quello delle esalazioni prodotto dai potenti mezzi di demolizione e di trasporto (per almeno un anno) con l’immissione di polveri fini su una vasta area residenziale (finestre chiuse ermeticamente nella bella stagione) e il quadro della situazione diventa veramente allarmante e desolante. Ma gli ambientalisti e gli ecologisti gordolesi si interessano solo alla salvaguardia di altri lidi e chiudono gli occhi in casa propria?