In tempo di pandemia va riconosciuto l'impegno di chi opera al fronte, già tutt'altro che semplice in una situazione normale
Ci stiamo avvicinando alla fine di un anno intenso, che alcuni hanno definito nefasto. Non c’è dubbio che questa successione di tragedie – umane, sociali ed economiche – abbiano lasciato un segno, destinato a durare ancora per molto tempo. Anche quando siamo avvolti dalle tenebre, però, non dobbiamo mai dimenticare la luce.
Sono tante le persone che, durante questo 2020 così duro, hanno avuto la forza di tenere viva la luce. Persone che giorno dopo giorno hanno ravvivato il nostro senso di comunità, rendendo più lievi le sofferenze fisiche e psicologiche di chi stava soffrendo, stando vicine ai nostri anziani e rassicurando chi – come i nostri figli – si è trovato spettatore di un film che avrebbe volentieri evitato di vedere.
Il primo pensiero va certamente al personale sanitario, che ho potuto seguire in prima persona nel mio compito di capo Dicastero della Casa anziani San Carlo. Se però ragiono da padre, un sentimento di gratitudine particolarmente forte lo provo quando penso alle maestre e ai maestri delle nostre scuole comunali, e a tutto il personale ausiliario che ha reso possibile il loro lavoro nelle classi.
Anche la scuola si è trovata al fronte, in questo 2020. Confrontati a una tempesta perfetta, i docenti hanno dovuto rapidamente imparare a rispondere a problemi finora sconosciuti. Hanno dovuto tenere saldo il timone fra onde che cambiano continuamente direzione, tenendo sempre al centro della loro attenzione il benessere dei nostri bambini. I continui mutamenti della quotidianità hanno suscitato un’infinità di pensieri, domande, preoccupazioni, paure espresse e inespresse, agitazione e confusione – sollecitazioni alle quali i docenti hanno dovuto rispondere, usando parole adeguate e stando attenti a mantenere la rotta.
Questo esercizio potrebbe sembrare facile, addirittura scontato agli occhi di chi osserva da fuori – ma non lo è. Fare scuola non è facile in una situazione normale, e lo è ancora meno oggi. Non saprei come cominciare a contare l’impegno e le ore che i nostri insegnanti hanno dedicato in questi mesi per ideare e poi organizzare le forme di insegnamento a distanza.
Spero che anche in futuro, quando la luce avrà soppiantato le tenebre, non dimenticheremo lo sforzo che la scuola ha profuso in questo 2020. Di sicuro io terrò a mente che il sorriso dei miei figli, il sorriso di tutti i bambini che tornano a casa felici dalla scuola, è il risultato di un intenso lavoro, frutto dell’amore e della dedizione dei loro maestri.