Una delle tematiche che toccano di più le e gli abitanti delle regioni di montagna è quella dello spopolamento di queste regioni; spopolamento che avviene sia a causa dello sviluppo demografico che per le partenze dei giovani. Le misure per contrastare questa tendenza devono così concentrarsi non solo sull’attrarre nuove persone che arricchiscano la nostra realtà, ma anche sul mantenere chi già nelle Valli ci vive.
Per fare ciò, non ci sono soluzioni facili ma le misure vanno scelte in maniera contestuale, considerando le peculiarità di ogni regione al fine di avere misure realistiche da applicare ma anche accessibili a tutte/i. Negli ultimi anni Blenio ha dato molto spazio allo sviluppo turistico, con progetti sicuramente validi, ma chiaramente non sufficienti per contrastare lo spopolamento e per invogliare giovani famiglie a vivere e a rimanere nel nostro comune. Di fatto, sono i servizi offerti alla popolazione residente che fanno la differenza tra un comune attrattivo e uno non attrattivo, e su questo c’è ancora molto da lavorare e da investire. I servizi sono ad esempio gli sportelli postali, i negozietti di prossimità, la presenza di strutture sanitarie e i servizi per le famiglie come le mense e i pre e doposcuola.
È proprio su questa tematica che ci si è chinati durante una serata ad Acquarossa del 28 marzo organizzata dai tre gruppi di sinistra della Valle di Blenio. Alla serata, il cui obiettivo era appunto proporre misure per contrastare lo spopolamento delle regioni di montagna, le ospiti erano Vanessa Ghielmetti, condirettrice di EquiLab, centro di competenza per la conciliazione vita-cura-lavoro, e Monique Bosco-Von Allmen, presidente Cassi – Cooperative d’abitazione Svizzera, sezione della Svizzera italiana. Grazie alle due ospiti si è sottolineato come con progetti innovativi si possa sia portare nuove risorse in Valle sia migliorare la qualità di vita delle e dei residenti.
Si pensi ad esempio a dei progetti d’abitazione (cooperative) dove delle persone diventano comproprietarie di un immobile e ognuno avrà il suo appartamento. In queste cooperative possono nascere progetti virtuosi, ad esempio mamme diurne o persone che aiutane persone che necessitano di cure, togliendo una parte del lavoro ai familiari ma anche al Comune: sostenere progetti simili è dunque un investimento per il Comune stesso. Analogamente, anche misure per la conciliazione di vita privata e lavoro (ad esempio asili nido) sono un investimento e non un costo per il Comune, in quanto permettono ad entrambi i genitori di lavorare migliorando la loro qualità di vita, ma aumenta pure il gettito d’imposta.
È proprio quindi in questo senso che la prossima legislazione dovrebbe andare: verso delle misure che non devono essere considerate come un costo ma come degli investimenti e che vadano a beneficio di tutte/i: di chi in Valle ci vive giornalmente, di chi sta valutando un cambiamento di domicilio e per il Comune stesso.