Nel maggio di quest’anno, in occasione del loro congresso annuale, i Giovani del Centro svizzeri hanno lanciato il loro slogan per la campagna: “Abbasso la polarizzazione” (il termine utilizzato da loro in realtà è più colorito, ma forse non proprio spendibile su questo giornale; per i curiosi rimando direttamente al sito dei miei giovani colleghi)!
Il fenomeno della polarizzazione interessa negli ultimi anni praticamente tutti gli Stati industrializzati, Svizzera compresa, e si manifesta in una crescente contrapposizione tra le forze politiche. Lo scontro tra destra e sinistra si manifesta, in negativo, soprattutto quando si tratta di fare avanzare riforme fondamentali, che vengono puntualmente bloccate dall’uno o dall’altro schieramento o addirittura in modo congiunto in cosiddette “alleanze contro natura”. Ma non è solo la politica a esserne toccata: la polarizzazione si evidenzia sempre più anche a livello territoriale e geografico, con un crescente scollamento tra le realtà urbane e quelle di campagna. E così, abbiamo città sempre più accentratrici, in termini di risorse, funzioni, ma anche decisioni politiche ritenute valide per tutto il resto del territorio, che viene di fatto condannato a un impoverimento e ridotto a una funzione sussidiaria e subordinata.
Ma allora come si evita questa deriva? Voglio citare a titolo di esempio, la recente approvazione da parte del Parlamento del mio emendamento per la flessibilizzazione delle regole di ristrutturazione dei rustici, che mostra a mio avviso la strada da percorrere. Questo successo è un passo importante per tutto il nostro cantone, ed è stato reso possibile da un lavoro congiunto tra forze politiche, rappresentanti di interessi diversi e, mi permetto di prendermi un piccolo merito, da un’attività di convincimento e lobbying ben concertata. Intendiamoci: non abbiamo trovato la panacea a tutti i mali. Ma una volta di più abbiamo potuto dimostrare che se si lavora insieme per trovare soluzioni condivise, si possono fare magari anche solo piccoli passi ma che vanno nella giusta direzione.
Per evitare una situazione di stallo che potrebbe avere conseguenze deleterie per la società e per gli equilibri su cui si è sempre fondato il nostro splendido Paese, sarebbe davvero auspicabile che il popolo svizzero ritrovi quel sentimento di rispetto e solidarietà, facendo proprio l’appello lanciato dai nostri giovani politici del futuro, che non vuole polarizzazione ma cerca le soluzioni concrete e pragmatiche, nello spirito del tipico compromesso svizzero. Torniamo dunque a interpretare al meglio il ruolo di elemento equilibratore per la Svizzera, contribuendo fattivamente a trovare le decisioni più sagge e realizzabili, eleggendo rappresentanti alle Camere federali che allo scontro prediligono la costruzione di ponti e la ricerca del consenso.