A volte, ironicamente, mi è stato detto che fra l’Udc e il Partito Comunista (Pc) vi sarebbero affinità poiché entrambi contrari a Ue e Nato e a favore della neutralità. Effettivamente sono temi dirimenti per il futuro della Svizzera e il Pc ha dimostrato la sua indipendenza nel riconoscere anche i meriti degli avversari adottando un approccio sobrio che non demonizza come “fascista” ogni patriota. Occorre però ribadire quanto divide il Pc dall’Udc, e non mi riferisco alla storia o ai massimi sistemi. Non si tratta né di fare polemica fine a se stessa né di dividerci artificialmente: per progredire ci vuole però franchezza. Non si potrà infatti salvare la neutralità se non si è coerenti contro Ue e Nato; e non si potrà salvare la sovranità nazionale se si fomenta individualismo e guerra fra poveri.
La ministra Udc della Sanità di Zurigo ha proposto di abolire l’assicurazione malattia obbligatoria. La Svizzera diventerebbe così come gli Usa: i ricchi potranno curarsi, i poveri no! Dividere la popolazione fra chi può pagarsi un ricovero e chi no non è patriottico: è indegno dei valori svizzeri! Al posto di vietare alle casse malati di lucrare sulle nostre spalle, l’Udc si schiera solo coi ricchi e fa male, perché essi sono la classe sociale privilegiata, cioè la più cosmopolita! Ma non è tutto: l’Udc insiste sulla neutralità, e fa bene. Ma poi il suo capogruppo in Gran Consiglio sostiene le sanzioni dell’Ue alla Russia (che non abbiamo messo però agli Usa quando invadevano mezzo mondo). L’Udc votò a favore della riforma Esercito XXI impostaci dalla Nato e oggi accetta la spesa miliardaria per gli F-35 che, benché pagati da noi, hanno vincoli tecnologici che per volare sottostanno all’Ok di un governo straniero! L’Udc insiste sull’antieuropeismo, e fa bene. Ma poi i suoi imprenditori, alla faccia del “prima i nostri”, assumono frontalieri favorendo il dumping, coperti dal partito che osteggia i salari minimi. E risalta forse per patriottismo l’Udc quando vota a favore delle privatizzazioni dei servizi pubblici o delle liberalizzazioni a tutto vantaggio dei manager europei che hanno smantellato le ex regie federali? Che razza di antieuropeismo sarebbe quello che attua il peggio dell’Ue cambiandone l’etichetta?
Non si può essere sia patrioti sia neoliberisti! Le misure di austerità e il “meno Stato”, dando priorità al profitto individuale, disgregano il senso di comunità e di solidarietà nazionale. Ecco perché la lista 13 “No Ue - No Nato” promossa dal Partito Comunista si colloca fuori dal sistema: è una lista sì alternativa a una sinistra rosso-verde europeista e globalista che vuole inviare armi schierandoci in un conflitto; ma lo è anche a una destra incoerente, che parla a favore della neutralità ma che non difende il lavoro, poiché indebolisce il ruolo della Confederazione nell’economia e (vedi decreto Morisoli) spinge per la diminuzione di servizi pubblici alle fasce meno favorite creando così più divisioni nella stessa comunità nazionale.