ELEZIONI FEDERALI '23

Più impegno, meno promesse elettorali

Al centro delle preoccupazioni, soprattutto in Ticino, i premi di cassa malati, il lavoro e la presenza straniera. Ed è comprensibile. Per molti, troppi ticinesi, il costo dei premi è insopportabile, aumentando la frustrazione di chi lavora eppure non riesce a pagare tutte le spese, e di chi, purtroppo, un lavoro non l’ha più e fatica a ritrovarlo. A tutto questo si aggiunge la criminalità straniera o l’allarme nei Centri di accoglienza, penso in particolare a quello di Chiasso, ed è naturale che si esasperino gli animi.

Nessuno di questi temi è risolvibile con la bacchetta magica, statalistica o nazionalistica che sia. Né le ricette di una certa sinistra, né quelle di una certa destra, sono in grado di contenere i costi della salute – che determinano l’evoluzione dei premi –, migliorare il mercato del lavoro o garantire sempre sicurezza per tutti e integrazione degli stranieri. E allora che fare? Osservare la complessità dei problemi per rassegnarsi? Indignarsi (che oggi va sempre bene per farsi notare)? Additare capri espiatori? No, non per chi come me crede in una cultura politica che punta alle soluzioni e non agli stratagemmi da campagna elettorale. Lo scriveva già ben 11 anni fa Alex Farinelli, definendola “politica degli inganni”, ossia proposte sulla carta accattivanti che nella realtà o non sono praticabili o, peggio, non vanno davvero a vantaggio dei cittadini. Bisogna riscoprire il senso di responsabilità di ognuno verso tutti e di tutti verso ciascuno.

Mi spiego con un esempio: quando ho un problema di salute, nulla mi pare mai troppo costoso. Quando ricevo la fattura della cassa malati tutto mi sembra invece troppo caro. Quando un medico è restrittivo con esami, prescrizioni e certificati ne cerco uno che “sappia ascoltarmi”. Quando mi ammalo rimpiango di aver fumato, bevuto o mangiato troppo, ma se sto bene non penso certo che prevenire le malattie evita non solo molte sofferenze ma anche i moltissimi costi connessi. Potrei continuare, ma spero di aver reso l’idea. Certo, l’impegno di ognuno di noi non basta, ma senza nulla è possibile. In aggiunta, la politica, le istituzioni devono certamente cambiare passo. La spesa pubblica e l’apparato statale sono cresciuti ben oltre il limite della ragionevolezza e senza verificare seriamente il rapporto tra costi, obiettivi e risultati concreti ottenuti.

Spero di aver fatto capire che se fossi eletta in Consiglio nazionale una delle mie priorità sarebbe la lotta contro le false promesse, i rinvii di comodo, la spesa facile, i buonismi e gli allarmismi. Per questo, anche in campagna elettorale, evito di promettere a destra e a manca, e mi concentro soprattutto sul mio lavoro, grazie al quale, da anni, posso essere utile a migliaia di persone. La stessa concretezza, la stessa determinazione, le metterei al servizio della politica federale in favore del nostro Ticino. Le difficoltà dei cittadini, le loro risorse e le loro speranze sono troppo importanti e devono essere prese davvero sul serio.