Il Ticino si trova costretto a ridurre la spesa dello Stato, questa volta per davvero. Dall’area rosso-verde il monito di non toccare le prestazioni e la ricetta di aumentare le imposte. Il Canton Grigioni ci è passato quasi 10 anni fa e quando il Parlamento retico bocciò la proposta di aumento delle imposte per risanare le casse statali, allora, e solo allora, finalmente sono arrivate qualcosa come 300 misure. Il Canton Grigioni ha quindi riesaminato i suoi compiti, continuando a dare importanza a qualità di vita, lavoro, formazione, equilibrio regionale, cultura e anche tempo libero. Coira non ha aumentato le imposte, non ha attuato licenziamenti di massa (limitandosi alla riorganizzazione dell’amministrazione cantonale), non ha nemmeno tagliato i servizi. I nostri vicini hanno saputo fermare la crescita incontrollata della spesa pubblica, cogliendo, nel progetto globale di risanamento, l’opportunità per riesaminare strutture e prestazioni, toccando settori importanti (trasporti, formazione, sanità, sicurezza e amministrazione generale) e ponendosi al contempo maggiori obiettivi qualitativi.
L’esercizio è stato un successo: il Canton Grigioni non solo ha raggiunto il pareggio di bilancio in poco tempo ma è anche riuscito a ridurre le imposte! Certo, tra Bellinzona e Coira ci sono differenze, ma davvero tali da non poter seguire l’esempio dei nostri vicini?
Oggi, mentre il Canton Grigioni è sopra la media svizzera ma ben si difende, il Ticino è tra quelli che tassano di più. Nel confronto intercantonale, in termini di attrattività fiscale, siamo al sestultimo posto per le persone fisiche e al terzultimo per quelle giuridiche. È dunque tempo di intervenire sulle uscite, e, al più presto, anche sulle entrate, ma non nel senso di aumentare le imposte, bensì di diminuirle.