C’è il nuovo Joker di Todd Phillips, ma anche l’ultima parte della trilogia documentaristica di Wang Bing (passata pure da Locarno) e Tim Burton
Tutto pronto al Lido per questa Mostra del Cinema numero 81. Un fiore, se si crede alla smorfia; di sicuro un momento di grande importanza per quel che riguarda il cinema che qui viene presentato: non quello di ricerca e scoperta di variazioni sul linguaggio che da poche settimane abbiamo incontrato a Locarno e neppure quello variopinto e strepitante che è passato a maggio a Cannes. Qui – in lontananza, di là di un ramo della Laguna si vede netto il campanile di San Marco – si fanno i conti con i titoli condivisi con Toronto e quelli che andranno a San Sebastián, si punta a una miscela capace di accontentare chi cerca la normalità di un cinema non impegnativo condito con qualche titolo capace di celebrare un Festival che insiste a chiamarsi Mostra del Cinema, titolo di sicuro impegnativo in un Paese dove le sale sono chiuse e una cinematografia nazionale langue sulla traccia di un cinema americano sempre più legato a schemi vetusti.
Sono 21 i film in concorso e tra questi la folta giuria presieduta da Isabelle Huppert e composta da James Gray, Andrew Haigh, Agnieszka Holland, Kleber Mendonça Filho, Abderrahmane Sissako, Giuseppe Tornatore, Julia von Heinz e Zhang Ziyi, sceglierà il Leone d’oro, impresa difficile sulla carta, ma non certo impossibile con una presidente, la Huppert, capace di amare anche il cinema estremo: nonostante la presenza di un regista governativo come Tornatore, non dovrebbe mancare un premio a ‘Qīngchūn: Guī’ (Giovani: ritorno a casa), terzo capitolo del grandioso progetto-documentario di Wang Bing i cui precedenti episodi erano stati visti a Cannes e Locarno. Su 21 ben nove sono i film che battono anche bandiera francese, contro le sette presenze riconducibili all’Italia, come sette sono le bandiere a stelle e strisce. Molta attesa c’è per Walter Salles che qui era stato premiato nel 2001 per ‘Abril Despedaçado’, e che ora porta un film, ‘Ainda estou aqui’, storia di desaparecidos nel Brasile del 1971 segnato da una feroce dittatura di destra, e per ‘The Room Next Door’ di Pedro Almodóvar che torna a Venezia dopo un Leone d’oro alla carriera nel 2019. Inutile dire che in Concorso il film più atteso dai fan è ‘Joker: Folie à Deux’ di Todd Phillips che porta sul tappeto rosso Joaquin Phoenix e Lady Gaga.
Strana attesa, invece, quella per ‘Maria’ di Pablo Larraín, un film che lo riporta al Lido dopo l’Osella per la sceneggiatura lo scorso anno a ‘El conde’: questa volta il regista cileno affronta il mito Callas, i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni Settanta, con Angelina Jolie a interpretare la Divina. Una scelta rischiosa, il mito è forse troppo recente e vivo. Interessante la presenza del norvegese Dag Johan Haugerud: a febbraio avevamo visto il suo ‘Sex’, primo capitolo della nuova trilogia ‘Sex Dreams Love’ selezionato nella sezione Panorama a Berlino; a Venezia porta la seconda parte, ‘Kjærlighet’ (Love). Folta, ma non troppo, la presenza femminile affidata a ‘Ap’rili’, secondo cortometraggio della georgiana Dea K’ulumbegashvili, coprodotto da Luca Guadagnino che come Presidente di Giuria, a San Sebastián nel 2020, gli aveva assegnato tutti e quattro i premi principali, compresi miglior regìa e sceneggiatura per la sua opera prima ‘Dasats’q’isi’. Ma a Venezia Guadagnino le fa anche concorrenza in competizione con il suo ‘Queer’, coprodotto tra Italia e Stati Uniti.
Proprio dagli Usa arriva in Laguna ‘Babygirl’ dell’attrice e regista olandese Halina Reijn guidando un cast che comprende Nicole Kidman, Harris Dickinson e Antonio Banderas; spiega la regista parlando del film: “Invecchiare significa affrontare l’infinità del tutto”. Un film al quale bisognerà porre attenzione è ‘Jouer avec le feu’, di Delphine e Muriel Coulin, passate già due volte a Cannes con successo eccole per la prima volta al Lido.
Fuori Concorso oltre al film inaugurale, la sera del 28 agosto, ‘Beetlejuice Beetlejuice’ di Tim Burton con un notevole cast composto da Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, Justin Theroux, Monica Bellucci e ancora il “vecchio” Willem Dafoe; Burton spiega: “Questo nuovo film è anche molto personale per me, in parte perché ha lo stesso spirito del primo: molta improvvisazione, molti effetti speciali non digitali e semplicemente molta libertà di fare quello che volevo fare”. Atteso è ‘Broken Rage’, un film che si annuncia violentissimo del leggendario regista Takeshi Kitano, e attesissimo è ‘Cloud’ di Kurosawa Kiyoshi un film dove “profitto e vendetta si sovrappongono e si amplificano, mettendo in moto atti di violenza: e prima che ce ne accorgiamo, non possiamo più tornare indietro. In fin dei conti è anche possibile che sia così che nascono le guerre moderne”. E forse il regista ha ragione. E ancora fuori concorso ‘Wolfs’ di Jon Watts, con la coppia Brad Pitt e George Clooney, che tutti sognano al Lido.
Due film svizzeri si trovano in Concorso alle Giornate degli autori: ‘Alpha’ di Jan-Willem van Ewijk e ‘Antikvariati’ di Rusudan Glurjidze. Questa è la Mostra internazionale d’arte cinematografica, ma c’è ancora qualcuno che crede che il cinema sia arte?