laR+ Venezia 81

La fabbrica, il porno e la follia del Joker

Applausi meritati per ‘Jouer avec le feu’, per la ‘Folie à deux’ di Todd Phillips e per ‘Diva Futura’ di Giulia Louise Steigerwalt, spaccato d'Italia

Lady Gaga e Joaquin Phoenix
(Niko Tavernise/Warner)
5 settembre 2024
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Bel Cinema in competizione sulla Laguna. Dopo un annuncio di maltempo affogato nel solito caldo insopportabile, molti della stampa sono già partiti in direzione Toronto, mentre (come al solito) si svuota la parte dei tanti insegnanti che tornano a scuola; altri hanno speso i soldi a disposizione. I prezzi per dormire al Lido superano quelli di Cannes e anche il vivere, i negozi di generi alimentari sono presi d’assalto e molti ristoranti pagano il fatto di non aver personale, e riducono i loro orari scontrandosi con le esigenze di chi si trova qui per il cinema.

La disperazione che porta all'estremismo

In concorso si sono visti ‘Jouer avec le feu’ delle sorelle Delphine e Muriel Coulin, l’attesissimo ‘Joker: folie à deux’ di Todd Phillips e, non ultimo ‘Diva futura’ di Giulia Louise Steigerwalt. Il primo è un grande doloroso e significante film francese che si avvale della – inutile dire – splendida presenza di un attore come Vincent Lindon, uno dei pochi capaci di affrontare personaggi che celebrano la difficoltà del vivere. Qui è Pierre, 50enne operaio delle ferrovie che cresce i suoi due figli da solo, dopo la morte della moglie. A loro ha sacrificato la sua esistenza, cercando di dare un’idea di appartenenza al mondo operaio, di accettazione dell’altro, di condivisione di buone maniere. I due figli stanno segnando due destini diversi: Louis (Stefan Crepon), il più giovane, sta per lasciare casa per andare all’università a Parigi, mentre Fus (un bravo Benjamin Voisin), il maggiore, sta allontanandosi dalle idee di sinistra del padre e, affascinato dalla violenza, milita in gruppi estremisti di destra, dimenticando anche la passione per il calcio giocato, preferendo quello urlato negli stadi. Il suo rapporto con il padre è deteriorato e nulla cambia, anche quando il padre lo raccoglie sanguinante dopo un pestaggio subito da avversari politici. Le registe giustamente insistono sul lavoro di Pierre, sempre a rischio della vita sia quando sistema i problemi elettrici delle locomotive, sia quando di notte, con un falò, illumina la strada ai vagoni che vanno in deposito. Già binari e fuoco sono come le strade che Pierre voleva far ereditare al figlio, indicando l’amore invece dell’odio. Invece, guarito, Fus si vendica del pestaggio e assassina uno di quelli che lo hanno picchiato. Per Pierre è il mondo che crolla e le registe seguono passo passo il lavoro d’attore di Lindon, il suo incarnare l’estremo dolore di avere allevato un assassino. Film che insieme a una vicenda privata mette in scena il dramma comune a molte famiglie che si trovano a far conto con figli, disoccupati e senza prospettive di futuro, pronti ad abbracciare l’estremismo che non offre posti di lavoro, ma la rabbia per dimenticarlo. Applausi meritati.


Felicita/Curiosa Films/France 3 Cinema
Benjamin Voisin in ‘Jouer avec le feu’

Leone d'oro forse no, ma Joaquin Phoenix...

Applausi anche per ‘Joker: folie à deux’, scritto e diretto da Todd Phillips un drammatico film musicale capace di sorprendere ed emozionare. Partendo dal noto personaggio dei DC Comics e dal suo precedente ‘Joker’ (Leone d'oro nel 2019 e due Oscar), Todd Phillips non confeziona un sequel, ma approfondisce quell’Arthur Fleck, il Joker, sempre interpretato da uno strabiliante Joaquin Phoenix, dandogli un’anima, sottraendogli l’azione. E per far uscire i suoi sentimenti il film usa la musica, quella che nasce dentro e che talvolta diventa canto. E proprio per una necessità di scrittura, ecco allora una musicista, Lady Gaga, chiamata a duettare con lui o a raccontarlo. Il film si apre con un travolgente disegno animato in cui il Joker ha a che fare con la sua ombra. Scopriamo quindi un dimesso Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Non c’è luce nella sua vita fino a che, invitato a cantare nel coro del carcere si trova di fronte a una donna, ‘Lee’ Quinzel (Lady Gaga, che non regge il confronto con Phoenix) e alla sua voce. Lei gli mente, si spaccia per una del suo quartiere in carcere per aver bruciato la sua casa, in realtà appartiene alla ricca borghesia di Gotham City e si è infatuata del Joker. Lui cede al suo fascino e s'innamora. Il processo comincia, ma lui non si preoccupa: è convinto di avere il suo amore, non ascolta la sua avvocata che gli racconta la verità su Lee, lui la licenzia e decide di difendersi da solo. Nel frattempo in carcere è brutalizzato dai poliziotti e un suo amico viene ucciso. Al momento della condanna succede un fatto che lo porterà a ritrovare la donna, e a capire che lei non lo ama… Interessante l’uso delle canzoni, spesso dialoghi in musica, poche volte di facile ascolto. Il film corre veloce, senza intoppi, Todd Phillips sa il fatto suo e già punta agli Oscar, difficile ancora un Leone d’oro qui a Venezia, probabile un premio a Joaquin Phoenix.


Niko Tavernise/Warner
Joaquin Phoenix

Una parabola tragica

Non delude, sempre in Concorso, l’italiano ‘Diva futura’ scritto e diretto da Giulia Louise Steigerwalt e tratto dal romanzo ‘Non dite alla mamma che faccio la segretaria’, di Debora Attanasio. Il film è un interessante spaccato dell’Italia anni Ottanta-Novanta, costruito attraverso il destino di Riccardo Schicchi (1953 – 2012), qui interpretato da un bravo e misurato Pietro Castellitto. Schicchi è l’inventore del porno in Italia, al cui nome si legano quelli di pornodive come Ilona Staller, conosciuta come ‘Cicciolina’ (anche deputata eletta in Parlamento), di Moana Pozzi, morta a trentatré anni e oggi mitizzata, Jessica Rizzo e altre ancora fino a Eva Henger, che divenne sua moglie. Il film ha un io narrante nella figura di Debora che, dell’agenzia di produzione di film porno ‘Diva futura’ di Schicchi, era la segretaria. Il film apre lo scenario di un’Italia che cambia, grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS ma, come spiega la stessa regista: “Questo è il racconto della parabola tragica di un gruppo di personaggi che, se per certi versi si sono battuti per la libertà, paradossalmente hanno poi contribuito con il loro lavoro a normalizzare qualcosa che va contro la libertà della donna stessa, ovvero la mercificazione del corpo femminile”. E su questo, il film invita a pensare. C’è una scena che racconta questo inferno della mercificazione: Eva Henger, per salvare la ditta del marito, accetta di girare quattro film porno in Ungheria e si ritrova in un capannone dove, a decine, si vedono corpi di donne sfruttate davanti alla videocamera. Succede ogni giorno in tante parti del mondo, il film ci impone di pensarlo.


Lucia Iuorio
‘Diva Futura’, Pietro Castellitto è Riccardo Schicchi