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Sergio Fontana, che portò l'opera alla gente

Il Basso ticinese è morto. Fondatore e direttore artistico di due importanti festival, aveva cantato con i più grandi, e dai più grandi era stato diretto

1950-2024
16 luglio 2024
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La musica lirica ha perso Sergio Fontana lo scorso primo luglio. Cantante lirico svizzero (Basso), aveva calcato i palcoscenici più importanti per poi decidere di portare la lirica alla gente, in qualità di fondatore e direttore artistico di due prestigiosi festival svizzeri. Attinente di Breggia, il Basso ticinese nasce nel 1950 a Berna. Studia canto privatamente con Fernando Bandera e Mario del Monaco, è finalista premiato dei Concorsi di canto internazionali di Busseto (Voci verdiane), Parma e Vercelli. Debutta poco più che ventenne, nel 1972 al Grand Thèâtre di Ginevra in ‘Antigone’ di A. Honneger. Successivamente canta a Milano, Teatro alla Scala, a Verona, Teatro Filarmonico e Arena, al Teatro Comunale di Bologna, al Maggio Musicale Fiorentino, al Festival di Ravenna, al Teatro Carlo Felice di Genova e al Puccini Festival di Torre del Lago, oltre che nei maggiori teatri d'Austria, Francia, Germania, Islanda, Spagna, Svizzera e Ungheria.

Sergio Fontana si è esibito sotto la direzione dei più grandi Maestri: Abbado, Bartoletti, Chailly, Gandolfi, Kohn, Kuhn, Maazel, Mehta, Muti, Oren, Santi e Sawallich, partecipando inoltre a molte incisioni in video e disco per la Dgg e la Decca, dalla ‘Madama Butterfly’ alla Scala, con direttore Maazel, all'‘Andrea Chènier’, sempre alla Scala, con direttore Chailly, con Cappuccilli, Carreras e Marton. Nel ‘Macbeth’ in film canta con Shirley Verrett e Leo Nucci. Il suo repertorio ha compreso le principali opere di Berg, Bizet, Donizetti, Massenet, Mozart, Puccini, Rossini, Verdi e Wagner, cantate al fianco di nomi quali Bruson, Cappuccilli, Carreras, Domingo, Gruberova, Ricciarelli e molti altri.

Il 16 luglio del 2010 Fontana aveva dato l'addio alle scene all'arena di Avenches, nel Canton Vaud, all'interno dell'omonimo Festival d'opera del quale era stato l'ideatore, fondatore e direttore artistico dal 1995 al 2010, e dove aveva messo in scena, nel suggestivo anfiteatro romano deputato alle rappresentazioni liriche, ben venti opere che avevano visto come protagonisti alcuni dei più importanti solisti del nostro tempo. A chi gli contestò il fatto che lo spazio aperto non fosse la situazione ottimale per un'opera lirica, Fontana aveva risposto con 700mila spettatori in 16 anni. “Non sono pochi”, dichiarò al portale Swissinfo in occasione dell'addio. “Molte di queste persone non si sarebbero mai avvicinate alla lirica in un altro contesto”. A Doris Lucini, in quell'intervista, Fontana riassumeva anche la storia personale, quella di chi si era affermato nella musica malgrado lo scarso entusiasmo regnante in famiglia a proposito di un futuro di questo tipo, e questo malgrado un padre che era un vero appassionato d'opera. Tra le difficoltà dell'affermarsi, anche il problema dell'essere svizzero, “e per uno svizzero non era facile cantare in Italia”. L'incontro con Claudio Abbado si sarebbe rivelato decisivo: “Avevo 21 anni e la mia carriera partiva da un teatro che per molti altri era un punto d’arrivo”. Dopo l'audizione, trova lavoro alla Scala. Tra i maestri incontrati, per Fontana il più grande era Tullio Serafin, colui che scoprì Maria Callas e che in testa aveva centinaia e centinaia di opere, mandate interamente a memoria. “Non bisogna avere la testa sul libro”, diceva ancora in quell'intervista, “la musica bisogna averla dentro”.

Sergio Fontana è stato uno dei fondatori, oltre che direttore artistico, del Festival Alpengala di Wengen/Gstaad, dal 1986 al 1989, che ha visto esibirsi, su suo invito, artisti del calibro di Carlo Maria Giulini (La Filarmonica della Scala), Claudio Scimone (I Solisti Veneti), Aldo Ceccato, Nello Santi, Pierre Amoyal, Carla Fracci e altri ancora. Nel 2008 l'allora Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano lo ha nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per aver contribuito notevolmente alla diffusione dell’Opera italiana nel mondo.