Dal libretto promozionale: ‘Non solo canto ma anche scena e teatro – è musica nel senso di musa che unisce tutte le arti’, sintesi della stagione 2023/24
L’afa non ha scoraggiato i fedelissimi del Cinema Teatro di Chiasso, accorsi numerosi alla presentazione della nuova stagione teatrale con il nuovo programma e penna alla mano: per segnarsi gli appuntamenti immancabili. Il chiacchiericcio di sala dettato dalle novità, ma anche dai grandi ritorni previsti dal nuovo cartellone è stato subito messo a tacere dalle note solenni di ‘Carmina Burana’, il capolavoro di Carl Orff. L’introduzione alla serata ha coinvolto anche la proiezione delle opere dell’artista italiano Giuliano Collina, che è stato per l’appunto guidato dalla cantata scenica di Orff nella produzione grafica che verrà esposta al pubblico dal 1° ottobre presso lo Spazio Officina, con la mostra intitolata ‘L’opera grafica Carmina Burana di Giuliano Collina’.
Sul palco, insieme al direttore artistico Armando Calvia, Anna Martano Grigorov, che dopo tanti anni di servizio cede il posto di assistente alla direzione a Viktorija Anastasova, per godersi la pensione. A prendere la parola, la direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini, don Gianfranco Feliciani, che ospiterà presso la Chiesa parrocchiale San Vitale di Chiasso due tra i più grandi ensemble di Berlino, il RIAS Kammerchor e l’Akademie für Alte Musik, come anche il direttore d’orchestra Luigi Fabbri, che dirigerà l’European Young Orchestra nel mese di novembre. Riprendendo le parole di Hans Meyer, come recita il libretto per la nuova stagione, «non è solo musica, ma è anche danza; non solo melodia, ma anche timbro; non solo canto ma anche scena e teatro – è musica nel senso di musa che unisce tutte le arti».
La stagione del Cinema Teatro Chiasso si apre il 21 ottobre con Gioele Dix, che a vent’anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber porta in scena un viaggio in prosa e in musica nel Teatro Canzone intitolato ‘Ma per fortuna che c’era il Gaber’. Dix sarà in veste di attore e cantante, accompagnato da Silvano Belfiore al pianoforte e Savino Cesario alla chitarra. Il 18 novembre, in ambiti di commedia, ‘Il padre della sposa’ di Caroline Francke con Gianfranco Iannuzzo, Barbara De Rossi e Martina Difonte. Il 9 dicembre torna in Ticino il ‘Taxi a due piazze’ di Ray Cooney con Barbara D’Urso. Il 14 gennaio, il primo degli spettacoli condivisi con il Teatro di Locarno, il Pirandello di ‘Così è (se vi pare)’, con Milena Vukotic; gli altri due sono ‘Il calamaro gigante’, con Angela Finocchiaro e Bruno Stori (il primo marzo) e ‘I maneggi per maritare una figlia’ (il 24 marzo), con Tullio Solenghi che porta in scena Gilberto Govi, insieme a Elisabetta Pozzi.
Il 21 gennaio, la Compagnia Stivalaccio Teatro porta a Chiasso ‘Arlecchino muto per spavento’, un omaggio alla Commedia dell’Arte; il 4 febbraio, Ambra Angiolini sarà ‘Oliva Denaro’, la storia vera di Franca Viola che a metà degli anni 60 rifiutò il cosiddetto ‘matrimonio riparatore’, poi nel romanzo di Viola Ardone. Chiuderà la stagione in abbonamento ‘Vieni avanti cretina. Next!’, il varietà ideato e condotto da Serena Dandini sulla comicità femminile, campo di battaglia a prevalenza maschile.
La musica propone il 18 gennaio il recital del pianista Jan Lisiecki; il 22 febbraio, l’Orchestra femminile del Mediterraneo con solista Ettore Pagano al violoncello. In marzo tornerà il Festival di cultura e musica Jazz, il 20 aprile il violoncello di Giovanni Sollima incontrerà l’Orchestra Il Pomo D’oro. Il 5 maggio il tributo alle ‘Legends’ della musica prog. Per la danza, il 17 marzo la Compagnia Tiziana Arnaboldi presenta ‘Danza e mistero’, omaggio a Charlotte Bara; il 14 aprile, Le Ballet de l’Opéra Grand Avignon’ diretto da Emilio Calcagno presenta ‘L’Oiseau de feu – Bolero’, omaggio a Stravinskij e Ravel; il 12 maggio, Saburo Tashigawara e RihokoSato presentano il wagneriano ‘Tristan and Isolde’.
Fuori abbonamento, oltre a Carmina Burana, concerto inaugurale del 7 ottobre e al Messiah di Händel degli ensemble berlinesi (17 dicembre), l’atteso concerto per piano solo di Stefano Bollani (il 3 febbraio) e Giorgio Panariello nell’autobiografico ‘La favola mia’ (il 14 maggio).
Ti-Press
Armando Calvia, direttore artistico
‘Cogliamo e doniamo emozioni’
La serata da ‘presentazione’ si è trasformata in una sorta di spettacolo che ha visto un Armando Calvia molto coinvolto. Rispetto all’anno scorso, la musica si è ritagliata uno spazio più ampio: come si è arrivati a questo nuovo equilibrio? «L’anno scorso era forse più pesato verso il teatro – racconta il Direttore artistico – mentre quest’anno in cartellone ci sono dieci spettacoli teatrali, otto musicali e tre di danza, un equilibrio raggiunto anche grazie agli interpreti importanti». Dell’intera proposta illustrata balza all’occhio anche la scelta degli orari degli spettacoli: «Io vengo dal mondo della lirica per cui la matinée per noi era una cosa sacra. Già dall’Ottocento la si usava, perché il pomeriggio della domenica è bello passarlo a teatro, con gli amici: guardare uno spettacolo e discuterne magari dopo, mangiando insieme; l’orario del tardo pomeriggio favorisce anche quelle persone che magari hanno qualche difficoltà a uscire la sera».
La scelta tiene conto dei bisogni dei pubblici affezionati al Cinema Teatro: che significato ha per voi questa prossimità? «C’è una linea trasversale che è quella di proporre esperienze teatrali o musicali di livello alto con interpreti conosciuti o meno; il nostro desiderio è quello di incuriosire anche chi non è mai stato a teatro: se proverà un’emozione vera, ritornerà. Cerchiamo attraverso una stagione, che è molto variegata, di cogliere e donare emozioni nella speranza che queste facciano crescere un interesse verso la cultura del teatro e della musica».
Quali sono dunque le aspettative per la nuova stagione? «Se avesse il risultato di quella dell’anno scorso saremmo contenti, visto l’importante riscontro di pubblico e di abbonati, quindi continuiamo su questa strada cercando di incrementare l’interesse di un pubblico diviso tra gli abbonati e i sollecitati da tante proposte in un territorio piccolo. È un pubblico che sta un po’ qui, nel Mendrisiotto, ma anche su tutta la fascia del confine italiano come Como o addirittura Milano, quando proponiamo manifestazioni come il Festival Jazz o Festate».
Restando sempre proiettati verso il ‘futuro’, tema della prossima stagione, come quest’ultimo farà da file rouge? «Il tema viene dettato dalle linee del Centro Culturale. Per chi fa teatro, soprattutto delle nostre dimensioni, non è sempre facile seguire una tematica. Il ‘futuro’ è comunque un tema che si può coniugare in mille modi: oggi riconduciamo spesso le emozioni al digitale, nelle cose non reali del metaverso. Se andiamo a vedere nelle trame e negli orditi di quello che abbiamo proposto quest’anno, sicuramente possiamo prendere diversi spunti: abbiamo diversi ensemble orchestrali, un’arte antichissima che potrebbe sembrare desueta o fuori moda, che invece si ripresenta nel futuro con una forza dirompente. Il passato può ritornare nella sua forma originale, nella sua semplicità e condurci nel futuro facendoci riassaporare delle emozioni antiche».
Per finire: «Abbiamo bisogno di immaginare un futuro che parte da un retroterra di cose vere, forti, potenti appartenenti al passato. Forse solo così possiamo affrontarlo, il futuro».