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La spesa oltre confine ai tempi della franchigia dimezzata

C'è chi pensa cambierà qualcosa, chi invece ritiene non succederà nulla: 150 franchi al giorno, come risposta alla tax free italiana anch'essa scesa

Novità da entrambi i lati della ramina
(Ti-Press)
1 gennaio 2025
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Mai come questi ultimi giorni dell'anno al di qua e al di là della ramina si è parlato e scritto tanto dei commerci di frontiera. Innanzitutto, c’è chi lo scorso 27 dicembre ha notato un più che aumentato numero di autovetture con targhe italiane nei parcheggi dei centri commerciali del Mendrisiotto. La spiegazioni? Comaschi, varesini, ma anche numerosi lombardi provenienti da Milano, Monza, Bergamo, non si sono lasciati sfuggire i cosiddetti “super sconti” (fino al 70%) offerti dagli outlet ticinesi che come i supermercati di Como e Varese sono spuntati come funghi. Però negli ultimi mesi ad avvantaggiarsi sono stati i negozianti delle province pedemontane lombarde che non hanno avuto bisogno di fare sconti alla loro clientela ticinese ben disposta a fare shopping per via del super franco che, nell'anno appena passato in archivio, è stato costantemente sopra l'euro. A trarre beneficio del franco forte non sono state solo le boutique, ma anche i supermercati e i negozi di generi alimentari. Insomma, il carrello della spesa, quello che maggiormente interessa a ogni economia domestica.

Sabato 4 gennaio in Lombardia inizierà la stagione dei saldi, che da sempre rappresentano un forte richiamo per la clientela rossocrociata. Ma c’è chi non esclude che da quest'anno la musica potrà essere differente, in quanto da oggi per gli svizzeri dovrebbe diventare meno conveniente fare la spesa in Italia. Questo perché il limite della franchigia è passato da 300 a 150 franchi al giorno e per persona. Ciò significa che i viaggiatori (non solo gli svizzeri, ovviamente, ma anche tutti coloro che attraversano la frontiera) potranno importare in esenzione di imposta merci destinate all'uso privato fino a un valore complessivo di 150 franchi. Una misura introdotta dal Consiglio federale per cercare di frenare il pendolarismo della spesa che ha fortemente penalizzato il settore del commercio ticinese. Una risposta all'introduzione dallo scorso 1° febbraio della tax free dimezzata: da 154,96 a 70 euro la soglia della spesa senza dover pagare l'Iva del 22 per cento. Misura che da quando è in vigore ha fatto registrare una forte crescita della spesa oltreconfine, già parecchio in auge a causa della competitività e dei prezzi più bassi. A volte, molto più bassi.

Sulla possibilità che il dimezzamento del limite della franchigia deciso dal Consiglio federale possa portare all'obiettivo prefisso la discussione anche sul versante lombardo è aperta. Il mondo della grande distribuzione, cioè quello dei supermercati, non sembra essere preoccupato. C'è chi pensa a un aumento degli scontrini, così come a qualche viaggio in più e soprattutto al fatto che gli svizzeri potrebbero decidere di non arrivare da soli, per restare il più possibile nelle franchigie. Ne è convinto Marco Cassina, presidente di Federmoda Confcommercio di Como, nonché titolare di un noto negozio in piazza Duomo sempre in riva al Lario: “La misura svizzera è un riallineamento alla nostra tax free, ma la qualità del prodotto venduto qui in Italia e i prezzi da noi praticati continueranno a far arrivare clienti a Como dal Canton Ticino. L'idea del risparmio sull'acquisto è una spinta impossibile da rallentare. Venire a Como nel nostro distretto dello shopping per l'acquisto non solo di abbigliamento, ma anche per fare la spesa, è ormai una tradizione consolidata. Così come lo sono il cibo e la bellezza dei luoghi”.