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Nuove sfide per l’ospedale ‘ticinese’ a Mada, in Camerun

Dopo l’attentato di Boko Haram del 2022, la chiusura, la riapertura e le difficoltà, cambia la direzione della struttura creata dal dottor Giuseppe Maggi

La struttura è stata fondata negli anni Settanta dal medico ticinese Giuseppe Maggi
4 gennaio 2025
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Obiettivo: provare a ripartire, come prima e meglio di prima. Dopo l’attentato terroristico di Boko Haram del 2022, che ne ha causato prima la chiusura e poi la riapertura con difficoltà, l’ospedale ‘ticinese’ di Mada (Camerun del Nord) cerca la svolta. Una delegazione dell’associazione Hôpital Helvétique de Mada – con sede a Lugano e che gestisce la struttura creata a metà degli anni Settanta dal medico ticinese Giuseppe Maggi (1910-88) – si è recata negli scorsi giorni a Yaoundé, capitale del Paese africano. Duplice lo scopo del viaggio: da una parte incontrare in presenza i vertici dell’ospedale e gli attori coinvolti nella sua gestione, dall’altra tessere una rete di collaborazioni per rafforzare la capacità operativa della struttura, riconosciuta dal governo camerunense come nosocomio di distretto e che oggi dispone di circa 120 posti letto.

Punto di riferimento per la regione

La regione in cui opera l’ospedale, al confine con Nigeria e Ciad, è caratterizzata da un alto tasso di povertà e rimane instabile, a rischio di violenza e attacchi terroristici. La struttura è un punto di riferimento per tutto il distretto sanitario, ma anche per tutto il Nord del Camerun e per i rifugiati che giungono dai due Paesi confinanti. Per l’ospedale di Mada si tratta di un momento di svolta. Dopo 27 anni di servizio, il direttore e chirurgo congolese, dottor Bakerura Sinda M’Pozé, è andato in pensione. Al suo posto è arrivato il dottor Adolphe Madesi, anch’egli congolese, che ha iniziato la sua attività da un paio di mesi. Medico-chirurgo, specializzato in chirurgia pediatrica, aveva già lavorato a Mada prima di intraprendere la sua formazione, in Benin e in seguito a Parigi, finanziata anche dall’associazione attraverso la clinica Moncucco di Lugano.

L’incontro come detto giunge dopo un periodo delicato. Nell’attacco terroristico del luglio 2022 è rimasto ucciso il guardiano dell’ospedale, che è poi rimasto chiuso per sei mesi. L’attività è ripresa nel 2023, ma senza più raggiungere l’operatività degli anni precedenti, complici anche l’insicurezza che ancora regna nella regione, le conseguenze del cambiamento climatico con, ad esempio, le inondazioni che rendono le vie di comunicazione impraticabili, l’entrata in campo di altri attori e offerte a livello medico-sanitario. È stata dunque l’occasione per fare il punto e mettere sul tavolo le sfide che l’ospedale è chiamato ad affrontare nel prossimo futuro a livello medico, di personale curante, logistico, infrastrutturale, finanziario, nella relazione con la comunità. All’incontro era presente pure Abgassi Adoum, sindaco del Comune di Makary, del quale fa parte anche Mada, che ha confermato l’apprezzamento della sua comunità per l’opera portava avanti dal dottor Maggi, il cui ricordo rimane vivo.

Anche una scuola

Molto importante è pure la scuola, che offre a molte bambine e bambini una formazione di qualità, aprendo loro la strada per un futuro migliore. Durante i tre giorni di permanenza a Yaoundé la delegazione ha avuto anche l’opportunità di intrattenersi con la nuova ambasciatrice svizzera Natalie Kohli e di incontrare la delegazione regionale per l’Africa Centrale del Comitato internazionale della Croce Rossa. Il gruppo si è anche recato al Ministero della salute pubblica del Camerun, dove è stato ricevuto dal capo della Divisione della cooperazione, e dai suoi collaboratori. Il viaggio è stato fruttuoso, indica l’associazione in una nota, e ora la speranza è di finalmente riuscire a ritornare a Mada, una volta che la situazione a livello di sicurezza lo renderà possibile.