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Il Tax free va a gonfie vele, ‘buono per i clienti ticinesi’

Il rimborso dell'Iva per la spesa fatta in Italia, ed è il 22%, è un successo per supermercati ma anche piccoli commerci della zona di confine italiana

Prezzi convenienti
(Ti-Press)
12 agosto 2024
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Va a gonfie vele la nuova versione italiana della Tax free shopping, quella che, introdotta dallo scorso 1° febbraio, ha dimezzato la soglia minima (passata da 154,90 a 70 euro) che ai cittadini extra Unione europea consente di ottenere il rimborso dell’Iva (22%, decisamente non poco) per gli acquisti fatti in Italia. Una possibilità subito sfruttata dai cittadini svizzeri che si recano a fare acquisti oltre confine e che ha fatto storcere il naso – e lanciare diversi segnali d’allarme – ai commercianti ticinesi.

A livello nazionale il 2023 per la Tax free shopping è stato infatti un anno da record, legato al boom turistico dei vacanzieri stranieri extra Ue, (in provincia di Como ha rappresentato l’85%, soprattutto statunitensi). Ma questo primato è destinato a essere superato, in quanto le transazioni nel primo trimestre di quest’anno sono salite di oltre il 30%. Grazie soprattutto all’onda lunga dei turisti stranieri, dicevamo, ma non solo: nella fascia di confine la nuova Tax free shopping cresce grazie alla clientela ticinese, che rappresenta la punta di diamante di quel turismo della spesa che tanto bene sta facendo alla grande distribuzione e ai commercianti lombardi e piemontesi, e che per contro parecchio male sta facendo al commercio svizzero, soprattutto quello ticinese, a causa di una tempesta perfetta (inflazione, vendite online e concorrenza italiana sempre più vincente). E che è alle prese con scossoni non indifferenti, come chiusure di negozi di un marchio storico e la vendita di filiali di una nota catena di supermercati.

A conferma che la misura introdotta dal governo italiano con la Legge di Bilancio 2024 sta centrando gli obiettivi che si era prefissi, vale a dire aumentare le vendite per incentivare occupazione e investimenti, il fatto che la tendenza positiva è confermata anche nel periodo compreso fra aprile e giugno. E se Milano si conferma la capitale italiana del Tax free shopping con il 30% del totale della spesa scontata, Como e la provincia lariana sono in cima alla classifica delle aree di confine (non solo quelle che confinano con la Svizzera, ma anche con Francia e Austria). E ciò lo si deve ai turisti della spesa a partire da quella alimentare, con sempre più persone nei centri commerciali della fascia di confine.

Oltreconfine proseguono le nuove aperture

I dati riferiti al 2023 e la tendenza di quest’anno sono stati forniti da Global Blue, principale operatore Tax free in Europa. Si apprende che la provenienza geografica dei più attivi è legata a due aree: Medio Oriente e America. Stando a Global Blue gli svizzeri (e non potrebbe essere diversamente in quanto in Europa non ci sono altri cittadini extra Ue), nei primi mesi di quest’anno sono quelli percentualmente cresciuti di più. E ciò sulla scorta delle transizioni registrate ai valichi di frontiera legate ai turisti della spesa incentivati anche dal cambio franco-euro. La forza della valuta elvetica è uno dei motivi che fanno da volano agli acquisti di generi alimentari nei supermercati della fascia di confine che negli ultimi anni sono cresciuti come funghi.

A Como a breve ne sarà aperto uno nuovo, poco distante dalla dogana di Ponte Chiasso. Stando all’associazione dei commercianti lariani a trarre vantaggio dalla nuova Tax free shopping sono anche i piccoli negozi che sino allo scorso 31 gennaio erano esclusi dalla spesa scontata: con la soglia minima a 70 euro sono difatti entrati in gioco. Non a caso sulle vetrine dei negozi dei comuni di confine dall’inizio dell’anno sono comparsi i cartelli con l’indicazione. I commercianti, con il sostegno delle associazioni di categoria, si sono aggiornati su come comportarsi per favorire la clientela ticinese, semplificando il più possibile gli adempimenti burocratici per beneficiare dell’esenzione (o rimborso che dir si voglia) dell’Iva che in soldoni significa uno sconto del 22% del prezzo indicato sul cartellino. In queste settimane, riconoscono i titolari di boutique e negozi di calzature, stanno andando molto bene anche i saldi. Per i cittadini extra Ue (in primis ticinesi) c’è l’esenzione dell’Iva anche sui saldi.

C’è invece preoccupazione sul versante elvetico della frontiera. In particolare tra i commercianti ticinesi attivi a ridosso del confine. Le richieste delle associazioni di categoria sono rivolte in particolare alla politica cantonale e federale. Negli scorsi mesi è stata in particolare messa sul tavolo la domanda di istituire una zona franca esente da Iva, o quantomeno con dei vantaggi fiscali per un certo periodo. La proposta, definita “utopica” dagli stessi proponenti, ha come scopo quello di spingere le autorità a chinarsi quanto prima sul problema.

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