Spese per ‘almeno 237mila franchi’, stando ai calcoli del deputato del Ps. Interpellanza al governo: ‘Questo caso evidenzia i limiti della legge’
Legge cantonale sull’esercizio dei diritti politici, articolo 90, terzo capoverso: “I comitati di sostegno per una votazione cantonale notificano alla Cancelleria dello Stato il nome dei singoli donatori e l’ammontare dei contributi eccedenti complessivamente l’importo di 5’000 franchi entro il termine di tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione nel ‘Foglio ufficiale’; se il contributo è versato dopo tale momento, il termine di tre giorni decorre dal momento del versamento”. Il deputato e copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica non ha dubbi: “L’imponente campagna a cui si sta assistendo nell’avvicinamento al voto del 9 giugno sul tema della Riforma tributaria da parte del comitato favorevole, sta mostrando tutti i limiti di questa legge”. Con conseguente deficit di trasparenza su un tema centrale della democrazia e ricorrente nel dibattito politico: quello dei “finanziamenti della politica in generale”. Con un’interpellanza al Consiglio di Stato inoltrata per il gruppo Ps, il parlamentare invoca trasparenza sui finanziamenti “alla base della campagna del comitato favorevole” al pacchetto di sgravi fiscali sul quale i cittadini si pronunceranno a breve. Insomma, chi sono i finanziatori?
Un caso concreto che secondo Sirica evidenzierebbe i limiti della norma vigente. Per un paio di motivi. “In primo luogo perché la prassi vuole che vi sia la pubblicazione sul ‘Foglio ufficiale’ dei singoli donatori”: a detta del granconsigliere, tuttavia, “il cittadino interessato a capire chi sta sostenendo una campagna non riesce, in maniera semplice e rapida, a fruire di questa informazione: per cercare di avere una risposta su quali siano i portatori di interessi dietro a questa campagna che finanziano lautamente il comitato” a favore, “occorre scorrere molti fogli ufficiali e cercare puntualmente l’informazione”. Dunque “una modalità che sostanzialmente, anche se notificate, rende praticamente impossibile (a meno di fare un lavoro di approfondimento che richiede molte ore) avere queste informazioni”. Secondo motivo: “Si tratta di capire se la legge viene rispettata”. E ricorda: “In un atto parlamentare, che ormai giace nei cassetti di una disinteressata politica cantonale da cinque anni, chiedevo di rivedere un sistema che è palese che non funziona: l’autonotifica di candidati/partiti/comitati senza che siano previsti controlli e senza imporre la pubblicazione del totale dei costi della campagna”. Che “sarebbe come dire a tutti gli automobilisti ticinesi che ci sono i limiti di velocità, ma che per legge è previsto che non si possono posare radar”.
Ora, annota Sirica, “analizzando la campagna dei favorevoli alla riforma fiscale si può dire con certezza che la spesa è enorme e non ha paragoni con altre campagne (a memoria, per delle votazioni su oggetti cantonali, la più faraonica dell’ultimo decennio)”. Il deputato del Ps ha fatto qualche calcolo: tra ad esempio volantini, cartelloni e inserzioni nei media, il comitato pro riforma avrebbe speso “almeno 237’000” franchi.
E il fronte dei contrari? “Il comitato ‘Stop ai tagli’, che sta promuovendo il no alla riforma tributaria, per ottemperare ai principi di trasparenza ha pubblicato sul proprio sito internet il budget di campagna e – aggiunge Sirica – pubblicherà il consuntivo a campagna terminata. A titolo di paragone, il costo complessivo ammonta a 27’521 franchi. Che corrisponde a un decimo delle forze messe in campo dal comitato favorevole”. Il Partito socialista, continua il parlamentare, “ha previsto di mettere a disposizione della campagna 10’000 franchi, offrendo l’apparato amministrativo per gestirne gli aspetti organizzativi e finanziari. Quindi non c’è un vero e proprio finanziamento, ma, nonostante ciò, per opportunità politica è stato notificato tale importo in ossequio all’articolo 90, capoverso 3, della Legge sull’esercizio dei diritti politici”.
Tre le domande che Sirica pone al governo: “Ritiene credibile che con una campagna al voto di almeno 237’000 franchi, il comitato favorevole alla riforma tributaria non abbia beneficiato di almeno un finanziamento superiore a 5’000 franchi? Ritiene sostenibile proseguire con un’applicazione della legge che non preveda controlli attivi?”. Al Consiglio di Stato chiede infine come giudichi “l’attuale prassi, che non permette al cittadino di avere una visione d’insieme dei finanziamenti e soprattutto che non è facilmente fruibile”. Sottolinea l’interpellante, esprimendosi in termini generali: “La trasparenza sui finanziamenti della politica è sempre fondamentale, perché permette la formazione dell’opinione pubblica in maniera completa, riuscendo meglio a ponderare gli interessi in campo”.