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La Supsi non si esprime sulle critiche sollevate da Sirica

Il deputato pone dei dubbi sull'opportunità di pubblicare uno studio sulla concorrenza fiscale a poche settimane dalla votazione. La lamentela non è nuova

Risponderà il Consiglio di Stato
(Ti-Press)
14 maggio 2024
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Bocche cucite alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana dopo l’interpellanza del deputato e copresidente del Ps Fabrizio Sirica sullo studio pubblicato la scorsa settimana – in concomitanza con la conferenza stampa dei favorevoli alla riforma fiscale in votazione il 9 giugno – dal Centro di competenze tributarie della Supsi. Uno studio che mostra come il Ticino in quanto a concorrenza fiscale si collochi nelle ultime posizioni a livello nazionale. Per Sirica la pubblicazione di settimana scorsa rappresenta “un grave errore comunicativo, lesivo di un’importante istituzione quale la Supsi”. Questo perché “il complesso tema della concorrenza intercantonale per quanto riguarda l'attrattività in ambito di persone fisiche e giuridiche non può essere ridotto a una semplice comparazione d’aliquote”. E il rischio, per Sirica, è che la pubblicazione faccia il gioco politico dei favorevoli alla riforma senza tenere in considerazione altri fattori presi in considerazione da chi sceglio dove trasferirsi quali le strutture scolastiche, la stabilità politica e sociale e a sanità.

La Supsi, da noi interpellata, non rilascia dichiarazioni e rimanda alle risposte che il Consiglio di Stato darà in aula verosimilmente in occasione della prossima seduta parlamentare.

Una critica che non è nuova

Il tema oggetto dell’interpellanza di Sirica non è nuovo: è già stato sollevato sei anni fa da un altro atto parlamentare. Un’interrogazione. L’aveva depositata, nell’aprile del 2018, Matteo Pronzini. Nel mirino del deputato del Movimento per il socialismo era finito un contributo, apparso pochi giorni prima su questo giornale, del responsabile del Centro di competenze tributarie della Supsi Samuele Vorpe. “L’ennesimo articolo – asseriva il granconsigliere – a favore della riforma fiscale sulla quale voteremo il prossimo 29 aprile”. Si trattava della riforma fiscale e sociale, passata poi di misura in votazione popolare. Secondo Pronzini “Vorpe e la Supsi utilizzano una loro ‘legittimità’ istituzionale per sostenere in modo sistematico un certo orientamento politico”. Chiedeva quindi al governo se ciò non fosse lontano da “una visione pluralistica” e se fosse non conforme “al mandato di prestazione assegnato alla Supsi”.

Tutto regolare, era stata in sostanza la risposta dell’Esecutivo. “All’interno della Supsi – scriveva il Consiglio di Stato – vige il principio della libertà d’insegnamento e di ricerca, sancito dall’articolo 4 della Legge sull’Università della Svizzera italiana, sulla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e sugli istituti di ricerca del 3 ottobre 1995 (ora Legge sulle scuole universitarie ndr)”. L’articolo citato afferma che “È garantita la libertà di insegnamento e di ricerca”. Aggiungeva il governo: “Risulta quindi legittimo che un ricercatore della Supsi esprima la propria opinione in pubblico sulle tematiche personalmente approfondite nell’ambito della formazione e della ricerca, sulle quali possiede dunque comprovata competenza”. La Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, annotava ancora l’Esecutivo, “incoraggia i propri collaboratori e le proprie collaboratrici a interventi mirati e sempre scientificamente comprovati: così operando, i collaboratori della Supsi assicurano un contributo al dibattito pubblico, conformemente allo spirito del supporto territoriale, che una scuola universitaria professionale è chiamata a offrire alla comunità di cittadini cui fa riferimento, assolvendo in tal modo quanto sancito dal contratto di prestazioni con il Cantone”.

Di più. “A testimonianza della volontà di dare voce a tutte le posizioni riguardo alla votazione in oggetto, il Centro competenze tributarie, di cui Samuele Vorpe è responsabile, ha pubblicato nelle scorse settimane un’edizione speciale della propria rivista ‘Novità fiscali’, dando spazio a numerose personalità e assicurando così un’informazione plurale e inclusiva – rilevava il governo –. L’attività d’insegnamento, ricerca dei collaboratori e delle collaboratrici del Centro competenze tributarie viene programmata, come per qualsiasi altro istituto, laboratorio o centro di competenze della Supsi, su base annuale e con l’accordo della Direzione del Dipartimento e della Direzione della Scuola universitaria professionale. Tuttavia, in ossequio al principio dell’autonomia accademica, docenti e ricercatori godono di ampia fiducia da parte dell’istituzione, beneficiando di significativi margini di dettaglio del proprio lavoro, ovviamente nel rispetto dei regolamenti interni vigenti”. La Direzione della Supsi “ci comunica di ritenere l’impegno di Samuele Vorpe e del Centro competenze tributarie adeguato alla circostanza e che sia normale che, nelle fasi che precedono una votazione, i media sollecitino in modo particolare i loro collaboratori più esperti sugli argomenti in oggetto”. La Direzione dell’istituto “ci informa che discute regolarmente delle attività dei propri centri di competenza, ma ritiene necessario intervenire solo quando ravvisa un comportamento non conforme ai propri regolamenti interni”. In particolare la Direzione “mette in atto delle misure per fare in modo che i collaboratori e le collaboratrici assicurino completa indipendenza fra l’attività di ricerca ed eventuali attività politiche e rispettino le regole del buon governo nel settore della ricerca”. Il Centro competenze tributarie “è dotato di un consiglio scientifico che ne supporta lo sviluppo”. Il Consiglio di Stato, insomma, “ritiene che la Supsi abbia assicurato in questi anni un contributo fondamentale allo sviluppo delle competenze settoriali nel nostro Cantone, grazie a un’attività di formazione e a una serie di pubblicazioni di indubbio rigore scientifico e rispetto della pluralità di visioni”.

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