La casistica cittadina mostra una crescente complessità. E a volte per chi lavora sul campo è problematico far fronte ai diversi bisogni
Oggi la povertà può abitare anche la porta accanto. Sono diversi, infatti, gli indicatori di “deprivazione materiale e sociale” ormai sotto gli occhi delle operatrici della Città di Mendrisio. Dal loro osservatorio anche nel 2024 hanno, infatti, toccato con mano una realtà che parla di povertà monetaria e materiale, che sempre più spesso si intreccia a “situazioni di povertà multidimensionale”. Bastano un problema d’alloggio, delle difficoltà familiari o di salute per aggravare le condizioni di chi già fatica a sbarcare il lunario.
Quanto basta per segnalare una casistica che, se nei numeri non mostra un cambiamento sensibile rispetto al 2023, nei fatti restituisce una “crescente complessità”, alla quale si sommano “le difficoltà della frammentazione del sistema della rete dei servizi specialistici”. Servizi, annota il Municipio, che “non prendono a carico alcune tipologie di utenza per questioni legate ai mandati di prestazione”. Se, insomma, da una parte si può essere poveri in vari modi, dall’altra può essere farraginoso mettere in moto i meccanismi per dare una mano a chi ne ha bisogno.
Partiamo, però, dalle cifre. A oggi l’antenna sociale della Città ha seguito 369 casi. Di questi 209 sono risultati nuovi, 64 hanno coinciso invece con la riapertura dell’incarto. L’anno scorso la casistica registrava in totale 459 situazioni a rischio, 242 delle quali nuove. Nel 2022 ci si era attestati, per contro, su 380 casi. ‘Cosa ci si aspetta nel prossimo futuro?’, avevano chiesto l’ottobre scorso i consiglieri comunali dell’AlternativA Giampaolo Baragiola e Cristina Marazzi Savoldelli. Ebbene, pur alla luce dei tagli sociali prospettati tanto a livello cantonale che federale, per l’Esecutivo appare difficile ‘misurare’ gli effetti concreti che si avranno sul piano locale e quindi riorientare la politica sociale, anche perché, si rammenta, “non ha margini di intervento in relazione al Preventivo cantonale 2025”.
Di conseguenza, si ribadisce rispondendo alle sollecitazioni dell’AlternativA, il Municipio “segue con attenzione e preoccupazione la situazione generale”, proprio perché non sono prevedibili, ora come ora, le ricadute comunali. Nondimeno, si annota, l’autorità cittadina “valuterà quali misure introdurre per sostenere la parte di popolazione vulnerabile”.
Un cosa, da subito, appare certa, “per contrastare le crescenti disuguaglianze – rimarca il Municipio di Mendrisio – sarà sempre più necessario adottare paradigmi multidimensionali”. Come dire che per rispondere a sfide complesse occorre essere trasversali e saper integrare le diverse professionalità e sensibilità. Evitando, dunque, di procedere a compartimenti stagni.
Non a caso, tiene a ricordare ancora l’Esecutivo, “a fianco delle prese a carico individuali, la Città promuove anche azioni di tipo comunitario, che possono avere un impatto positivo sulla qualità di vita di persone in situazioni di fragilità”. In effetti, si richiama, “la condizione di povertà è associata più frequentemente a condizioni di esclusione e svantaggi, da qui l’importanza di promuovere luoghi di incontro e possibilità di inserimento sociale e lavorativo di alcuni target di popolazione particolarmente vulnerabili”. In tal senso, si fa presente, “lo studio sulla povertà ha dato delle indicazioni importanti sul rafforzamento dei servizi rispetto alle prestazioni economiche e di tipo assistenziale”.
Far fronte alla casistica che oggi si presenta a chi lavora nel sociale non sempre, dunque, è facile. Al momento, conferma il Municipio dando seguito ai quesiti posti da Baragiola e Marazzi Savoldelli, “l’organico continua garantire un servizio tempestivo ed efficace”. Sta di fatto che, oltre alla complessità di casi, chi opera sul campo è chiamato a confrontarsi “con la sempre crescente difficoltà del lavoro di rete, che richiama il rapporto tra servizi e culture professionali e organizzative diverse e il carico emotivo di chi lavora nel sociale, ed è sempre più spesso sovraesposto alle emozioni di chi accede ai servizi con emozioni di rabbia, impotenza e ingiustizia”.
In effetti, stando a quanto emerge dal raffronto dei casi e dagli incontri con il personale, si fanno strada, chiarisce l’Esecutivo, “degli aspetti che contraddistinguono i servizi sociali”. E qui il riferimento è al “sovraccarico operativo legato alla quotidianità e alle situazioni di disagio conclamato e spesso urgenti che arrivano al servizio, la complessità di più problematiche, le interdipendenze di servizi diversi e le componenti etiche che richiamano i temi del diritto all’autodeterminazione e gli interventi di protezione”.
Sul piano della concretezza, proprio per far fronte a “questo quadro di criticità”, dall’agosto del 2023 l’antenna sociale del Comune ha a disposizione un operatore in più all’80 per cento. Collaboratore, si precisa, che “gestisce un numero importante di prese a carico”. Quindi la percentuale aggiuntiva “verrà garantita – si assicura – anche nel 2025”. Non solo, “oltre al potenziamento dell’organico – conclude il Municipio della Città –, sono attive forme di supporto e consulenza al personale nello svolgimento del proprio mandato”.