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Finanziamento delle campagne, il governo opta per lo status quo

Ma riconosce: ‘Non sussistono a oggi altre basi legali che diano al Consiglio di Stato facoltà di verificare l’ammontare complessivo del costo’

Spese per ‘almeno 237mila franchi’, stando ai calcoli del deputato del Ps
(Ti-Press)
1 luglio 2024
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Nel finanziamento delle campagne per una votazione cantonale il governo ticinese opta per lo status quo. Il Consiglio di Stato – si legge nella risposta dello stesso all’interrogazione del deputato del Partito socialista Fabrizio Sirica, che aveva sollecitato l’Esecutivo cantonale in riferimento alla votazione cantonale del 9 giugno scorso, in particolare in merito alla campagna dei fautori della Riforma tributaria da parte del comitato favorevole alla riforma fiscale – “reputa che debba essere mantenuta la regolamentazione vigente, che è stata oggetto di un esame approfondito da parte della commissione parlamentare speciale Costituzione e diritti politici, e conferma quindi la sua posizione”. Questo in sostanza il punto di vista del governo rispetto all’applicazione della Legge cantonale sull’esercizio dei diritti politici che, all’articolo 90, terzo capoverso, recita: “I comitati di sostegno per una votazione cantonale notificano alla Cancelleria dello Stato il nome dei singoli donatori e l’ammontare dei contributi eccedenti complessivamente l’importo di 5mila franchi entro il termine di tre giorni dalla pubblicazione del decreto di convocazione nel ‘Foglio ufficiale’; se il contributo è versato dopo tale momento, il termine di tre giorni decorre dal momento del versamento”.

Più precisamente Sirica chiedeva al governo se ritenesse sostenibile un’applicazione della legge che non preveda controlli attivi, reputando importante “rivedere un sistema che è palese che non funzioni. L’autonotifica di candidati/partiti/comitati, senza che siano previsti controlli e senza imporre la pubblicazione del totale dei costi della campagna, sarebbe come dire a tutti gli automobilisti ticinesi che ci sono i limiti di velocità, ma che per legge è previsto che non si possono posare radar”. In tal senso, per il deputato socialista, un dubbio si pone: “È credibile che con una campagna al voto di almeno 237mila franchi (stando alle stime del copresidente del Ps, ndr), il comitato favorevole alla Riforma tributaria non abbia beneficiato di almeno un finanziamento superiore a 5mila franchi?”. Pronta la replica del governo, che rileva come “anche il comitato favorevole alla riforma fiscale sia informato sulle disposizioni vigenti e sull’obbligo di notificare i contributi superiori a 5mila franchi”. Tutto a posto dunque? Non sembrerebbe, dato che, afferma il governo: “Oltre a quanto attualmente previsto dalla legge non sussistono però a oggi altre basi legali che diano al Consiglio di Stato facoltà di verificare e confermare l’ammontare complessivo del costo delle campagne di votazione, né tantomeno di verificare quali persone fisiche o giuridiche abbiano contribuito finanziariamente e in quale misura alle campagne favorevoli o contrarie ai diversi oggetti”. Insomma, si legge nella risposta, “qualora il Gran Consiglio o il popolo ritenessero auspicabile maggiore trasparenza in questo ambito, sarebbe necessaria una modifica di legge”.

A detta del deputato del Ps, un altro limite della norma vigente concerne la difficoltà nella consultazione di questi dati da parte della popolazione. “La prassi – scriveva – vuole che vi sia la pubblicazione sul ‘Foglio ufficiale’ dei singoli donatori”. Ma “il cittadino interessato a capire chi stia sostenendo una campagna non riesce, in maniera semplice e rapida, a fruire di questa informazione. Per cercare di avere una risposta su quali siano i portatori di interessi dietro a questa campagna che finanziano lautamente il comitato” a favore, “occorre scorrere molti Fogli ufficiali e cercare puntualmente l’informazione”. Il governo però non ci sta. “La legge del 19 novembre 2018 sull’esercizio dei diritti politici – premette – indica in modo esplicito che le notifiche devono essere pubblicate nel Foglio ufficiale”. Tuttavia, rimarca, “non si condivide l’affermazione secondo cui i dati non sarebbero facilmente fruibili”. E chiarisce: “Il Foglio ufficiale nella versione elettronica consente di effettuare delle ricerche per parole chiave o per rubrica. In questo modo possono essere ricavate in modo semplice le liste con le pubblicazioni delle notifiche”.

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