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Quando l’aiuto economico non può essere elargito

A Lugano, diversi i fondi di lasciti e fondazioni che restano bloccati perché bisogna adeguare gli statuti senza compromettere le volontà testamentarie

In sintesi:
  • La questione è emersa, di nuovo, durante la seduta del Consiglio comunale del 17 dicembre scorso, con un lascito di circa 900’000 franchi. In totale, è di circa 7 milioni la sostanza di legati, lasciti e fondazioni in città
  • Il Municipio ha affidato un mandato esterno a un giurista per capire come poter eventualmente modificare gli statuti per risolvere il problema
Palazzo Civico
(Ti-Press)
30 dicembre 2024
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“Sarebbe ottima cosa creare una lista completa dei lasciti disponibili e rendere pubbliche le informazioni su quale ufficio gestisce i fondi e le relative modalità di accesso, in modo da garantire che le persone in reale necessità possano usufruire pienamente delle opportunità offerte da tali fondi, che ricordiamo superano i 7 milioni di franchi in totale. Si raccomanda inoltre la collezione dei nominativi delle altre fondazioni private, non incluse nei lasciti a consuntivo, preposte agli aiuti alle persone e la modalità di richiesta e per quale scopo”: questo è uno dei passaggi conclusivi del rapporto allestito dal consigliere comunale di Lugano Rubens Bertogliati (Plr/Pvl) per la commissione delle Petizioni, in merito alla proposta di regolamento votato dal Legislativo nella seduta del 17 dicembre, relativo al lascito, di circa 900’000 franchi, destinato dal defunto Achille Ferrata al supporto delle famiglie bisognose domiciliate in città per coprire spese relative alla locazione, inclusi pigioni e premi di cassa malati.

Affidato un mandato esterno

Ammonta a oltre sette milioni di franchi, la sostanza di legati, lasciti e fondazioni a Lugano. In alcuni casi, però, capita che non si riescano a elargire i fondi perché occorrerebbe adeguare gli statuti. Un’operazione non così semplice, come potrebbe apparire. Talvolta, infatti, può essere un problema. In primis, di natura giuridica, visto che bisogna rispettare le volontà testamentarie, che definirono i beneficiari diversi decenni fa. Beneficiari che magari oggi non sono più individuabili, per cui bisogna aggiornare statuti e scopi. Come se ne può uscire? «Abbiamo affidato un mandato esterno a un giurista chiedendo una valutazione per capire in quali casi era possibile intervenire e in che modo – risponde il sindaco di Lugano Michele Foletti –. Nel frattempo, per alcuni casi abbiamo trovato delle soluzioni e abbiamo scritto a tutti i consigli di fondazione proponendo loro di adeguare gli statuti. La Città ha anche il compito di revisionare, di gestire e di effettuare la vigilanza delegata su alcune fondazioni con la revisione interna con un organo Indipendente della Città. Un altro problema che non potendo elargire gli aiuti, gli interessi fanno lievitare il capitale della fondazione».

‘Si cerca di evitare i doppioni’

Il servizio giuridico presenterà un rapporto al Municipio di Lugano all’inizio del prossimo anno. Ma alcune riescono a elargire il loro sostegno? «Le varie fondazioni che devolvono borse di studio in generale funzionano. Cerchiamo tuttavia di evitare i doppioni, facendo in modo che lo stesso richiedente non riceva anche sostegno economico della Città di Lugano», osserva il sindaco. Invece, per fare un esempio concreto di aiuti economici che non possono essere elargiti, Foletti richiama l’esempio che aveva proposto nell'ultima seduta di Consiglio comunale del 2024: «Non è stato possibile elargire aiuti sulla base del lascito che risale a parecchi decenni fa quando Castagnola, che mirava a sostenere le donne di Castagnola sole e povere che hanno figli agli studi. Oggi, tutto sommato e per fortuna, non è che ci son più tanti poveri a Castagnola. Vorremmo poter inserire nello statuto i poveri di Lugano invece che di Castagnola. E così ci si aprirebbe tutta una serie di possibili beneficiari che oggi sono esclusi dal lascito».

Tra vigilanza e solleciti

Lugano collabora con l’autorità di vigilanza per le fondazioni. Talvolta, tocca alla Città vigilare per le fondazioni comunali. La vigilanza della Città è però sempre di livello inferiore rispetto a quella dell’autorità federale, che interviene quando si accorge che in una fondazione non succede nulla per almeno due o tre anni. Se la fondazione risulta inattiva viene sollecitato il Consiglio di fondazione che è chiamato a fornire le motivazioni per i quali non utilizzano il patrimonio per lo scopo previsto dallo Statuto. Interpellata da ‘laRegione’, l’autorità di vigilanza conferma di essere intervenuta anche a Lugano, nei casi puntuali nei quali gli statuti hanno scopi ‘vecchi’ o non più adeguati ai tempi. L’autorità non può imporre di destinare determinate somme se non quando questo aspetto è definito nello statuto. La libertà decisionale è del Consiglio di fondazione. All’autorità di vigilanza tocca intervenire quando il Consiglio di fondazione eccede nel proprio margine d’apprezzamento.