Il Comitato del Ps delega alla Direzione la possibilità di lanciare il referendum. Sirica: ‘Preventivo e riforma tributaria sono dossier legati tra loro’
«Se con l’imminente manovra finanziaria verranno toccati i sussidi di cassa malati, sarà referendum. Se verranno modificate le soglie per l’accesso agli aiuti di cassa malati, sarà referendum. Se verranno fatti regali fiscali ai ricchi, sarà referendum». È «un monito» rivolto a partiti borghesi e governo quello che ha voluto lanciare il copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica. «Non accetteremo una riduzione degli aiuti alle fasce più deboli della popolazione. È uno schiaffo in faccia ai cittadini pensare di tagliare gli aiuti a chi ha più bisogno e allo stesso tempo fare sgravi fiscali ai ricchi, come vuole fare la riforma tributaria che arriverà a breve sui banchi del Gran Consiglio».
Una posizione condivisa dal Comitato cantonale socialista, riunitosi ieri sera a Bellinzona, che ha delegato alla Direzione la possibilità di lanciare un referendum sul tema nel caso venisse approvata la riduzione dell’aliquota fiscale per le persone facoltose. «Il Preventivo 24, che il governo ha voluto presentare il più tardi possibile per cercare di sottrarre il tema dalla campagna per le Federali, e la riforma tributaria possono sembrare slegati tra loro. Ma non è così. Sono uniti in maniera indissolubile e dimostrano perché il Ticino è così indebitato. Da una parte si toglie l’aiuto ai bisognosi, dall’altra si fanno regali ai ricchi».
Davanti al Comitato cantonale Sirica ha anche ammesso che le 500 persone presenti sabato in piazza a Bellinzona per protestare contro i rincari di cassa malati, il «tema caldo di questa campagna elettorale», sono state un numero insufficiente. «Ma che dimostra l’assuefazione della popolazione davanti a questo tema che sembra essere senza soluzione. La manifestazione deve però essere un punto di partenza per arrivare a una cassa malati unica e pubblica con premi proporzionali al reddito». Il prossimo passo, importante, sarà la votazione federale di marzo sull’iniziativa socialista per limitare i premi di cassa malati al 10% del reddito. «Siamo però già pronti per portare avanti il tema a livello cantonale nel caso di mancata riuscita sul piano nazionale».
Sirica è quindi entrato nel merito, al posto dell’assente Ivo Durisch, del pacchetto di misure inerenti alla riforma della Legge tributaria. Quattro gli interventi previsti che propongono di adeguare l’aliquota massima dell’imposta sul reddito (dal 15 al 12%), plafonare l’aliquota massima prelevata sulle prestazioni in capitale, aumentare la deduzione per le altre spese professionali e ridurre l’imposta di successione e donazione. A essere considerato inaccettabile dal copresidente del Ps è soprattutto l’adeguamento dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito. «Possiamo anche discutere degli altri pacchetti, ma scordatevi del primo, non entreremo nel merito. Se rimane collegato agli altri punti, sarà referendum». Sirica mette quindi in guardia sul fatto che «questa riforma non può essere vista come a sé stante, ma deve essere contestualizzata con quanto è stato deciso negli ultimi anni. È dal 2017 – prosegue – che vediamo l’approvazione di una serie di sgravi fiscali. Le difficoltà strutturali, il deficit del Canton Ticino oggi, – sottolinea Sirica – sono figlie di precise politiche fiscali volte agli sgravi». Le conclusioni del copresidente vanno dunque in questa direzione. «Riteniamo – considera – che questa strategia di continui sgravi fiscali sia assolutamente insostenibile, soprattutto tenendo conto del contesto di oggi: si taglia sulle prestazioni, si taglia sullo Stato e verosimilmente si taglia anche sulle persone che hanno delle necessità».
A proposito di campagna per le Federali, il copresidente socialista non ha fatto mancare le stoccate agli altri partiti. In particolare a Centro e Udc. «Fa sorridere che nella campagna di alcuni partiti, penso per esempio al Centro, viene puntato il dito contro ‘le potenti lobby’ presenti a Palazzo federale. Forse bisognerebbe ricordare che proprio tra le file del Centro, e tra chi lo rappresenta nelle commissioni parlamentari che trattano il tema dei costi della salute, ci sono deputati a libro paga delle casse malati». Al partito di Fiorenzo Dadò è stata anche contestata «la mancanza di onestà. Ho visto – dice Sirica – un’inserzione elettorale del Centro che mostra chi tra i deputati ticinesi a Berna ha votato a favore dell’adeguamento al rincaro dell’Avs e chi no. Ebbene, si sono dimenticati di dire che anche Bruno Storni e Greta Gysin erano a favore».
All’Udc è invece stata rimproverata la «manipolazione della realtà, un superamento dei limiti che è inaccettabile. Sono stati veicolati messaggi xenofobi che anche la Commissione federale contro il razzismo ha definito fuori il limite. Ma la loro strategia è proprio questa, farsi dire di andare oltre per poi invocare la censura». Sirica ha poi ricordato la vicenda della Ticiconsult, la fiduciaria di Marco Chiesa e Piero Marchesi, che secondo un’inchiesta giornalistica avrebbe agito per 14 mesi senza un fiduciario iscritto all’albo all’interno del suo staff, come previsto dalla Legge cantonale sull’attività dei fiduciari (gli interessati, va ricordato, hanno sempre negato di aver agito nell’illegalità). «Il tema non è giudiziario, ma di opportunità politica. Davvero i valori svizzeri vogliono essere rappresentati da queste persone? Questa contraddizione è evidente e fantozziana, quasi più di un miliardario vestito da contadino». Il ‘parlamentino’ socialista ha anche dato il suo sostegno al referendum nazionale contro il pacchetto ampliamento autostradale e a quello contro le modifiche del diritto di locazione.