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‘Le gite a pagamento sono una minaccia per il volontariato’

È la posizione del presidente della Federazione alpinistica ticinese. ‘Bisogna tornare allo spirito di una volta, al piacere di stare insieme’.

28 giugno 2023
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La montagna cerca volontari. È l’annuncio – o meglio, l’appello – lanciato dalla Federazione alpinistica ticinese (Fat) durante la sua ultima assemblea. A rendere più difficile la ricerca di persone disposte per passione a mettersi a disposizione per organizzare gite e attività, ci sarebbe anche la “concorrenza” di alcune sezioni affiliate alla Fat e organizzazioni del settore che fanno pagare la partecipazione alle escursioni. «È un punto dolente. Da tempo fa discutere l’infelice iniziativa di alcune società affiliate alla Fat di far pagare un contributo ai partecipanti alle gite sezionali, con propri membri quali responsabili. Lo stesso discorso vale per Ticino Sentieri», ha il presidente Giorgio Matasci detto in occasione dell’incontro che si è tenuto a Blenio. «Un simile modo di fare può essere accettato per un privato che decide di promuovere escursioni a pagamento, ma lo ritengo infelice e inaccettabile per club o associazioni alpinistiche che hanno lo scopo di far conoscere la montagna, le passeggiate e le attività correlate».

‘Una brutta evoluzione’

La preoccupazione di Matasci è che «di questo passo si ucciderà completamente il volontariato, che è stato fino ad oggi il vero motore delle nostre società, e sarà la fine delle piccole associazioni come la nostra». Il presidente del Fat spiega infatti come sia impossibile per le piccole società alpinistiche pagare i responsabili delle varie attività, gli organizzatori dei corsi o chi si occupa della manutenzione dei sentieri. «È una brutta evoluzione che allontanerà molta gente dalle nostre proposte».

‘Ci sono però anche diversi esempi virtuosi’

Per Matasci è soprattutto una questione di principio: «Dobbiamo ricordarci come sono nate le società alpinistiche, alcune delle quali sono anche centenarie. Gruppi di persone con l’amore per la montagna e il piacere di andare a camminare insieme, cercando di avvicinare anche chi ancora non conosce questa bella realtà del nostro territorio». Una delle difficoltà è quella di coinvolgere i giovani, e garantire così un ricambio generazionale tra le varie sezioni. «Non è un’operazione facile. Ci sono delle sezioni che hanno difficoltà», afferma il presidente della Fat alla ‘Regione’. Non tutto è però perduto: «Altre società hanno invece dei bei gruppi di giovani che sono coinvolti nell’organizzazione delle attività e sono sempre a disposizione». Un esempio? «I ragazzi della Società escursionistica verzaschese che stanno lavorando alla capanna Borgna». Ogni anno sono circa quattrocento le gite che vengono organizzate dalle varie sezioni, che si occupano anche della gestione di numerose capanne. «La stagione per ora è iniziata bene, le strutture cominciano a riempirsi con regolarità e siamo fiduciosi. Molto, come sempre dipenderà dal meteo che ci sarà quest’estate». Sono 31 le capanne affiliate alla Fat. Strutture che nel 2022 hanno vissuto un aumento delle prenotazioni rispetto all’anno precedente. Oltre al rinnovamento della capanna Borgna, anche nei rifugi Ribia e Grossalp sono in corso lavori di rifacimento.

La sicurezza al 100% in montagna non esiste

Oltre alla problematica del volontariato, durante l’assemblea è stata sollevato anche il tema della sicurezza. La Federazione ha ribadito come l’assenza al 100% di rischio non possa essere raggiunta quando ci si reca in montagna. Nonostante questo, fa sapere la Fat, “sono diverse le misure di prevenzione che possono e devono essere messe in atto”. Tra queste: la manutenzione dei sentieri e della segnaletica, che permette agli escursionisti di non perdersi e di raggiungere con facilità le capanne. Inoltre: da anni la Fat collabora con il progetto di prevenzione del Dipartimento del territorio ‘Montagne sicure’ – che quest’anno tra i nuovi temi prevede anche la presenza del lupo sulle montagne e come comportarsi in caso di fulmini – adoperandosi nella formazione e nell’informazione.

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