Ticino

Dopo la Vpod, anche l'Ocst aderisce allo sciopero

La mobilitazione del 10 maggio indetta dalla Rete per la difesa delle pensioni dei dipendenti pubblici

In sintesi:
  • Senza le misure di compensazione che il Consiglio di Stato proporrà all'indirizzo del parlamento, secondo ErreDiPi, le rendite subirebbero un taglio di un ulteriore 20 per cento
  • I sindacati chiedono ‘un datore di lavoro all’altezza della situazione"’
Era il 2012. Contro i tagli alla scuola
(Ti-Press)
4 maggio 2023
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Dopo la Vpod, anche l'Organizzazione cristiano-sociale ticinese aderisce alla giornata di mobilitazione e di sciopero indetta per il 10 maggio da ErreDiPi, la Rete per la difesa delle pensioni, che si batte contro il prospettato peggioramento delle rendite pensionistiche dei dipendenti pubblici affiliati all'Istituto di previdenza del Canton Ticino in seguito alla decisione di quest'ultimo di ridurre progressivamente il tasso di conversione dal 6,17 al 5 per cento a partire dal gennaio 2024, quando scenderà già al 6,05 per cento. Si è ora in attesa delle misure di compensazione che il Consiglio di Stato proporrà con un messaggio (probabilmente prima dell'estate) all'indirizzo del parlamento, misure senza le quali, avverte ErreDiPi, le rendite subirebbero un taglio di un ulteriore 20 per cento dopo quello di una decina di anni fa con il passaggio dal primato delle prestazioni a quello dei contributi.

‘Chiediamo un datore di lavoro all'altezza della situazione’

“A causa sia delle due decisioni prese dal Gran Consiglio nel 2012 di spendere 454 milioni per una capitalizzazione parziale invece di 2,6 miliardi per una capitalizzazione integrale e di attribuire all’Ipct solo competenza sulle prestazioni riservando al Gran Consiglio quella sul finanziamento, sia delle errate previsioni dell’allora Cassa pensioni (dei dipendenti dello Stato, ndr) del 2011-2012 in merito all’andamento del tasso tecnico e dell’inflazione, gli assicurati attivi – annota l'Ocst – hanno visto notevolmente ridotto il grado di remunerazione del loro capitale per finanziare il risanamento della cassa e le rendite dei nati prima del 1963 sotto la tutela di garanzie e ora rischiano di vedere per la seconda volta nell’arco di poco più di un decennio un’ulteriore riduzione delle rendite del 20%". Invitando i propri iscritti a partecipare alla protesta e alla mobilitazione di mercoledì prossimo, la Cristiano Sociale chiede che il personale affiliato all’Ipct "non subisca questa ulteriore decurtazione delle rendite, che proviene da un’accumulazione di scelte (non imputabili ai dipendenti!) deliberate del Gran Consiglio e da errori di valutazione dell’allora Cassa pensioni, oltre che da fattori finanziari imprevedibili come il rendimento negativo delle obbligazioni decennali della Confederazione". Parlamento e Consiglio di Stato, rincara il sindacato, "sono corresponsabili nelle decisioni sul finanziamento dell’Ipct: chiediamo un datore di lavoro all’altezza della situazione".

La lettera del cancelliere, la critica del sindacato

Nella risoluzione approvata dalla propria assemblea la scorsa settimana, la Vpod parla del "pericolo che le pensioni di 15mila assicurate/i in primato di contributi dell'Istituto di previdenza del Canton Ticino vengano ridotte del 20 per cento se il parlamento non accetterà un piano di compensazione (si tratta di finanziarie una crescita corrispondente del capitale individuale tramite un aumento dei contributi a carico del datore di lavoro)". In un comunicato il sindacato dei servizi pubblici chiede poi che "anche gli impiegati (e non solamente i docenti) possano segnalare la loro adesione allo sciopero, timbrando il codice per lo sciopero, ossia il codice 61". La Vpod accenna quindi alla lettera del Consiglio di Stato inviata l'altroieri, per il tramite del cancelliere, a collaboratori e docenti, nella quale si richiamano le procedure da seguire in caso di partecipazione a giornate di mobilitazione. Lettera, osserva la Vpod, che "non menziona il codice 61 dello sciopero: chi tra gli impiegati il 10 maggio si assenterà per lo sciopero dovrà timbrare come scalo ore, affari privati, vacanze. Invece per i docenti l’assenza verrà considerata ‘astensione dal lavoro’: quindi la lezione non svolta sarà dedotta dallo stipendio. Quindi i docenti possono segnalare la loro adesione allo sciopero il 10 maggio". Il sindacato sollecita il governo a "correggere questa disparità di trattamento e a consentire anche agli impiegati di usare il codice 61 dello sciopero il prossimo 10 maggio".

L'avvocato e l'ex alto funzionario: ma quali sono le basi legali?...

Si registra intanto un'interpellanza dei democentristi Andrea Giudici e Sergio Morisoli. Al Consiglio di Stato chiedono fra l'altro se non creda che "le opinioni politico/sindacali dei docenti debbano rimanere fuori dal contesto scolastico". E quale sia la "base giuridica che permette ai dipendenti dello Stato di scioperare"?... Beh, il diritto di sciopero è riconosciuto sia dalla Costituzione federale (articolo 28) sia da quella cantonale (articolo 8). Senza dimenticare la giurisprudenza federale. E senza dimenticare che quella del 10 non sarà la prima volta che i dipendenti pubblici sciopereranno.