Rebus e gli sportelli itineranti di consulenza finanziaria, il coordinatore stila un primo bilancio dell'iniziativa: utenti e situazioni
«La tipologia è la più varia, dalla famiglia alla persona anziana singola. Finora comunque la maggioranza di coloro che si sono presentati sono donne. E le situazioni sono diverse: da chi ha avuto un tracollo per via della pandemia a chi aveva già problemi. Da ciò che abbiamo potuto constatare, nella maggior parte dei casi l’indebitamento non è dovuto a spese troppo incaute, quanto a difficoltà di gestione e a scarsa capacità di previsione dell’andamento dell’economia familiare». Marcello Martinoni traccia per la ‘Regione’ un primo bilancio degli ‘Sportelli itineranti di consulenza finanziaria’, iniziativa promossa da Rebus, la Rete budget sostenibile (www.rebusdeisoldi.ch), di cui il geografo ed etnologo luganese è responsabile e che coinvolge Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi), Caritas Ticino e Sos Debiti. In funzione da settembre, gli sportelli di Rebus sono accessibili, una volta alla settimana, negli uffici di quattro Comuni: Locarno, Cadenazzo, Gambarogno e Melide. «Qualsiasi persona residente nel Comune dove quel giorno è stato aperto lo sportello – ricorda Martinoni – può così rivolgersi a specialisti di Sos Debiti e Caritas Ticino, ottenendo gratuitamente una consulenza per organizzare e gestire le proprie disponibilità finanziarie».
Il servizio – si tratta di «un’iniziativa pilota» – durerà fino al mese prossimo. Sino a qualche giorno fa, indica il coordinatore di Rebus, «gli specialisti avevano incontrato dodici persone, e siamo tutto sommato agli inizi: qualcuno ha anche accettato un progetto di accompagnamento attraverso i tutor volontari di Caritas o i collaboratori di Sos Debiti, altri invece si sono limitati ad accogliere i nostri suggerimenti, preferendo continuare da soli». C’è poi un altro aspetto che l’iniziativa sta evidenziando. O confermando. «Alcune persone – fa sapere Martinoni – hanno preso un appuntamento ma poi non si sono presentate, segno della difficoltà di superare il tabù legato ai debiti, e al tema del denaro in generale. Nonostante quello dell’indebitamento sia un problema che può toccare ognuno di noi in un momento particolare della vita, la vergogna è grande. Sovente prima di arrivare a parlarne e ad affrontarlo, il problema è però peggiorato».
L’iniziativa degli sportelli itineranti, spiega il responsabile di Rebus, è stata accolta «con interesse» dai quattro Comuni: «Significa che risponde a una necessità del territorio, soprattutto in questo momento di grande incertezza per via della pandemia». La collaborazione, sottolinea Martinoni, «è sin qui positiva e questo è importante, poiché le autorità locali spesso conoscono le persone che nel Comune possono aver bisogno di aiuto». C’è di più: «I Comuni con cui stiamo cooperando intendono proporre anche altre misure di prevenzione e formazione. Per esempio Cadenazzo, con un corso di formazione sul tema del budget che comincia sabato (domani, ndr)». Rebus guarda anche al futuro: «Intendiamo portare avanti il progetto collaborando con altri enti locali».
Il problema dell’indebitamento, avverte il coordinatore della Rete budget sostenibile, «può interessare tutti: chi ha pochi soldi come chi ne ha molti, i giovani come gli anziani». Le cause «sono sovente da ricercare nella difficoltà di gestione e nella scarsa capacità di previsione». Spesso, aggiunge Martinoni, «le difficoltà sorgono nei momenti di cambiamento della vita, come ovviamente la perdita del lavoro, ma anche, per esempio, il passaggio alla maggiore età, il pensionamento, la nascita di un figlio o un divorzio». Sono circostanze «in cui l’equilibrio finanziario, magari già precario, si rompe».