Il caso del ciclista tedesco finito in prigione a Sciaffusa riaccende la questione della sicurezza stradale
«È una sanzione un po’ pesante ma è una legge che ha ragione di esistere» afferma Bruno Storni, consigliere nazionale e vicepresidente dell’Associazione traffico e ambiente (Ata). «La maggior parte dei morti sulle strade svizzere sono pedoni e ciclisti. Per questi ultimi è importante saper padroneggiare il loro mezzo. L’ideale sarebbe avere più piste ciclabili». Questa non sembra però una soluzione. Nel 2016 ‘Le Matin’ aveva pubblicato il caso di un ciclista multato di 130 franchi per aver perso il controllo del mezzo cadendo su una pista ciclabile nel Canton Neuchâtel. Lo stesso anno ‘La Gruyère’ aveva riferito di una ciclista caduta in una strada deserta a Bulle, nel Canton Friburgo, e multata di 100 franchi per “perdita di controllo del veicolo dovuta a inesperienza”, somma a cui vanno aggiunti 144 franchi di spese processuali e 40 franchi per una tassa e altri costi. Queste sanzioni sono rare, ma secondo Storni possono disincentivare la mobilità lenta. «Personalmente non credo che ogni volta che cade un ciclista venga multato. Se però si ferisce seriamente, oltre all’ambulanza interviene la polizia. Parte così una procedura che può terminare con una contravvenzione», commenta il consigliere nazionale.
Sigi Suhr, il ciclista tedesco multato dopo essere caduto dalla bicicletta, è assurto agli onori della cronaca per aver passato due notti in prigione. Si era rifiutato di pagare una multa da 150 franchi comminata dalle autorità giudiziarie di Sciaffusa. Il fatto risale all’estate del 2019 e il turista tedesco ha contestato la contravvenzione non pagandola. Fatto che ha aperto la via giudiziaria che ha portato a una conversione della multa in giorni di prigione. Suhr ha deciso di accettare la privazione della libertà come forma di protesta.
Ricordiamo che il turista tedesco aveva perso il controllo della bicicletta in una discesa cadendo e si era successivamente recato in ospedale con una costola rotta. La polizia in seguito lo aveva interrogato per capire la dinamica dell’incidente. Come riferito al ‘Südkurier’ il malcapitato pensava si trattasse di una procedura di routine e non si sarebbe mai aspettato di ricevere una multa che tuttora considera assurda. «Perché avrei dovuto pagare? Non avevo bevuto e non ho fatto del male a nessuno – e aggiunge –; certamente non promuove il turismo in Svizzera».
Incidenti in aumento
Il caso di Sigi Suhr potrebbe verificarsi anche in Ticino. La legge sulla circolazione stradale, del resto, è federale. Con l’aumento di trottinette e biciclette elettriche, gli incidenti anche mortali stanno aumentando. «Il caso in questione – aggiunge ancora Storni – dev’essere preso come richiamo sulla sicurezza stradale; un concetto da tenere sempre presente. Infatti, una caduta in bicicletta porta spesso a conseguenze anche gravi».