A Mendrisio il Consiglio comunale si divide sulla nomina. La spunta la proposta dell'AlternativA a favore di una figura tecnica
Due poltrone per tre. Non è il titolo di un film, ma quanto andato in scena questa sera, lunedì, nell'aula del Consiglio comunale di Mendrisio. Che la nomina dei delegati comunali al tavolo del Consiglio di amministrazione della società di Teleriscaldamento del Mendrisiotto (non ancora varata) non sarebbe andata come una lettera alla posta, lo si era capito fin dalla seduta costitutiva del legislativo. Tant'è vero che in questo caso non è bastato procedere per alzata di mano, ma si è dovuto ricorrere a un voto a scrutinio segreto per sciogliere il nodo. In lizza per i due posti a disposizione, infatti, c’erano i due candidati del Municipio - ovvero i municipali Nora Jardini Croci Torti, a capo del dicastero Aim, e Massimo Cerutti, già parte del gremio - e la candidatura avanzata nei giorni scorsi dal gruppo della AlternativA: Gruppo che ha rivendicato la necessità di avere all'interno del Cda un tecnico, come in origine, e rilanciato con il direttore delle Aziende (carica che a breve sarà rivestita da Gianpaolo Pontarolo). Delineati i fronti, che ha visto il solo Plr schierarsi con Sinistra e Verdil, l'esito finale della votazione ha sorpreso: al primo turno hanno raggiunto la maggioranza assoluta - come vogliono Loc e Regolamento comunale - la neo capa dicastero e il direttore Aim con, rispettivamente, 37 e 30 schede (ne servivano 25 a fronte di 50 consiglieri votanti). Un risultato che ha escluso Cerutti e sconfessato la proposta municipale.
In prima battuta la nomina era stata rinviata, ma i nodi sono tornati al pettine, mostrando una spaccatura politica in seno all'emiciclo: da una parte, come detto, AlternativA e Plr - a favore di una figura tecnica -, dall'altra Udc-Udf e Centro, pronti a sostenere i candidati del Municipio. Pierluigi Pasi (Udc-Udf) ha definito come «inopportuna» la designazione del direttore Aim. Voce in parte fuori dal coro, anche in questo caso, la Lista civica, che ha ritenuto di allinearsi con l’orientamento di avere dei politici (presenti in altri consessi), ma lamentando, come rincarato da Tiziano Fontana, una «lampante dimostrazione di ipocrisia partitocratica».
La risposta che ha messo un punto alla querelle è uscita dall'urna comparsa in aula. L'ultima parola, come ha ricordato il sindaco Samuele Cavadini, spettava del resto al legislativo. Il Municipio, dal canto suo, ha confermato la sua scelta, motivata di fatto da un cambiamento di impostazione di fronte al passaggio di testimone ai vertici delle Aziende, che avverrà a breve.